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Isee, attento a quando scattano i controlli: rischi di finire in un mare di guai

Published by
Emiliano Fumaneri

Quando scattano i controlli sull’Isee? E per quanto tempo rischiamo di andare incontro a conseguenze per aver fatto degli errori?

Occorre fare attenzione quando si presenta il modello Isee. In caso di falsità si rischia di andare incontro a guai grossi.

Nursenews

Negli ultimi anni i controlli per verificare la correttezza dell’Isee si sono fatti sempre più frequenti e accurati. E nel 70% dei casi le verifiche a campione degli Isee dichiarati hanno mostrato che c’era almeno un’anomalia. Un problema attenuato almeno in parte grazie all’Isee precompilato. Ma, appunto, aver attenuato o mitigato un problema non equivale affatto ad averlo risolto, tutt’altro.

Isee, quando scattano i controlli dell’Isee: cosa si rischia

Ma cosa rischia chi ha presentato un Isee falso? E dopo quanto anni possiamo ancora essere sottoposti a controlli? C’è infatti un limite che comporta la prescrizione. Anzitutto va detto che l’attenzione sugli Isee presentati dai cittadini si è di molto accresciuta. Questo perché l’Isee (una sigla che sta per Indicatore della situazione economica prevalente) assolve una funzione determinante. In particolarmente per poter avere accesso a agevolazioni, benefici e prestazioni economiche. Parliamo di cose come il reddito di cittadinanza, il bonus bollette e altri trattamenti assistenziali concessi dall’Inps.

Cos’è l’Isee?

Chi non ha mai presentato l’Isee forse non ha ben presente di cosa si tratta. Prima di tutto, l’Isee non è un indicatore analogo alla dichiarazione dei redditi. Per il semplice motivo che la dichiarazione dei redditi è personale, mentre l’Isee fotografa la situazione economica dell’intera famiglia (o del nucleo familiare che dir si voglia).

All’interno del nucleo familiare rientrano:

  • coniugi e le parti delle unioni civili: fanno parte dello stesso nucleo familiare anche nel caso in cui avesero una differente residenza anagrafica;
  • figli minorenni: fanno parte del nucleo familiare del genitore convivente; invece il minore in affidamento pre-adottivo fa parte sempre del nucleo familiare del genitore affidatario. Formano nucleo familiare autonomo invece i minori in affidamento temporaneo. Questo fatta salva la possibilità, da parte del genitore affidatario, di farli rientrare nel proprio nucleo familiare;
  • figli maggiorenni conviventi: anche i figli maggiorenni non conviventi (di età inferiore a 26 anni) a carico dei genitori rientrano nel nucleo familiare dei genitori (se non sono a loro volta coniugati o hanno figli);
  • conviventi anagrafici: tutti quei soggetti che per vari motivi (religiosi, di cura, di assistenza, militari o di pena) si trovano in stato di convivenza anagrafica costituiscono un nucleo a sé, a meno che non siano sposati.

Entrando nel dettaglio dell’Isee, si vede che è composto da due parti. Nella prima parte si trova il reddito del soggetto che presenta la richiesta: è rappresentato dall’indicatore della situazione reddituale. Nella seconda parte invece si trova il patrimonio della persona che presenta la richiesta, costituito dall’indicatore della situazione patrimoniale.

Isee, come si fa ottenerlo

Per avere l’Isee bisogna compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). In questo documento sono contenute le seguenti informazioni (sempre riferite al nucleo familiare chiaramente):

  • dati anagrafici;
  • dati reddituali;
  • dati patrimoniali.

DSU mini o integrale

Per calcolare l’Isee standard (che serve per accedere ai vari bonus e alle prestazioni sociali agevolate) bisogna compilare la DSU mini (la dichiarazione semplice per le situazioni ordinarie). C’è anche la DSU integrale, da compilare soltanto per calcoli specifici. Come ad esempio quelli socio-sanitari, per le tasse universitarie, per i minorenni con genitori non sposati tra loro e non conviventi.

Per calcolare il reddito vengono inclusi (entro un valore massimo):

  • gli assegni al coniuge e ai figli:
  • 20% del reddito da lavoro dipendente o da pensione;
  • spese per i disabili (con valore differente in base al grado di disabilità);
  • una quota degli affitti;
  • franchigia sulle abitazioni di proprietà;
  • interessi derivati da investimenti finanziari.

Isee, chi controlla falsi e anomalie

A fare i controlli sull’Isee generalmente è l’Agenzia delle Entrate attraverso la Guardia di Finanza. Spesso sono controlli eseguiti in automatico, attraverso un incrocio dei dati pervenuti dall’anagrafe tributaria, da quella dei conti correnti, dal Pra, dai registri immobiliari eccetera.

Se durante questi controlli di routine emergono anomalie, omissioni oppure delle vere e proprie falsità, l’Agenzia delle Entrate trasmette una comunicazione all’Inps che procederà di conseguenza. CI sono casi in cui la verifica viene sollecitata dall’Inps stessa. Altre volte invece a richiederla possono essere Comuni o Regioni (nel caso in cui siano proprio gli enti locali a fornire prestazioni socio-assistenziali sulla base dell’Isee).

Controllo formale e sostanziale

Sull’Isee (dunque sulla DSU) vengono effettuati due tipi di controllo:

  1. controllo formale: serve a controllare che l’autocertificazione non si discosti da quanto dichiarato al fisco;
  2. controllo sostanziale: si tratta di una verifica più approfondita della reale situazione economica del nucleo familiare, al di là della dichiarazione al fisco. In questo genere di controlli è impegnata la Guardia di Finanza: scattano a prestazione assistenziale già erogata.

Isee falso: cosa si rischia

A presentare un Isee falso cosa si rischia? A cosa si va incontro? Almeno a tre pesanti conseguenze, e cioè:

  • interruzione del beneficio e dei sussidi versati al cittadino proprio sulla base dell’Isee;
  • richiesta di restituzione di tutte le somme versate in precedenza;
  • denuncia penale per il reato di truffa, col rischio di una possibile condanna da 6 mesi a 3 anni.

Isee e prescrizione

Fino a quando si può essere controllati sull’Isee? Per quanto anni? I controlli sull’Isee possono scattare al massimo fino a 5 anni a cominciare dal 31 dicembre dell’anno in cui abbiamo presentato la DSU. Questo vuol dire che se per 10 anni abbiamo presentato un Isee scorretto, dovremo ridare indietro allo Stato solo le somme percepite negli ultimi 5 anni.

Invece per quel che riguarda il reato penale, i tempi sono più lunghi: la prescrizione scatta dopo 7 anni.

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