I buoni postali possono diventare uno strumento d’investimento conveniente se investo una cifra importante nel lungo termine? Vediamo insieme quali risultati ci ha fornito il simulatore di Poste Italiane su questi prodotti finanziari.
I buoni fruttiferi postali, sono ormai diventati negli ultimi anni, una vera e propria possibilità di investimento per tutti quei piccoli risparmiatori che non si fidano più del mercato finanziario privato. Nonostante non possano garantire rendimenti simili a quelli di un titoli obbligazionari privato, a determinate condizioni possono generare un ritorno dell’investimento molto interessante.
Con tutti i vantaggi che oltretutto possiedono questi titoli che sono in primo luogo coperti da garanzia di stato. I buoni fruttiferi postali sono emessi direttamente da Cassa Depositi e Prestiti, e distribuiti e acquistabili presso tutti gli sportelli di Poste Italiane, gestore di questo prodotto finanziario.
Poter avere una garanzia diretta dallo stato sul capitale investito, fornisce al risparmiatore la certezza di non correre mai il rischio di perdere il capitale.
Non sono poi previsti, al momento della stipula del contratto, costi di sottoscrizione e gestione per un BFP.
Si possono anche acquistare anche per cifre minime, a partire da 50 euro, e continuando poi nell’acquisto a multiplo di 50, per qualunque cifra si desidera investire. Fino al limite massimo di acquisto, stabilito per legge alla soglia di un milione e mezzo di euro. Inoltre, quando si acquista un buono postale, il consumatore ha anche la possibilità di poter ritirare il suo capitale dall’investimento in qualunque momento.
In questo caso, in molti casi perderà gli interessi che avrà maturata sulla cifra versata. Inoltre, i buoni postali sono soggetti a una tassazione agevolata rispetto ai titoli privati. Al momento infatti vengono tassati al 12,5 per cento. Una percentuale molto più bassa di quella a cui sono soggetti i titoli obbligazionari privati, tassati al momento con un’aliquota al 26 per cento.
Ma scommettere, con una cifra rilevante, nei rendimenti di un buono postale nel medio termine ha senso?
Si tratta di un’operazione che consente di maturare rendimenti interessanti?
Facciamo l’esempio di un consumatore che decide di investire 110 mila euro di capitale in un buono postale di medio-lungo termine. Vediamo quali sono i prodotti più convenienti, e se davvero alla scadenza, permettono di guadagnare una cifra interessante, aggiuntiva rispetto al capitale versato al momento dell’acquisto.
Per chi vuole investire 110 mila nel lungo termine, c’è ad esempio la possibilità di acquistare un Buono 4×4. La durata massima di questo prodotto è di 16 anni, e gli interessi vengono riconosciuti ogni quattro anni. A partire però dal termine del primo quadriennio di sottoscrizione del contratto. Il suo valore di rimborso netto alla scadenza dei 16 anni, sarà di 168 mila euro. E questo significa che investendo 110 mila in un buono della durata di 16, si possono guadagnare circa 58mila euro.
C’è il Buono 3×4, che si caratterizza in primo per avere una durata massima di 12 anni. Gli interessi spettano alla fine del primo triennio di sottoscrizione del contratto, e da quel momento, vengono riconosciuti ogni tre anni. Il valore netto di rimborso alla scadenza dei 12 anni previsti, è di 143.195 euro.
Il Buono Ordinario ha invece una durata massima di 20 anni. In questo, gli interessi vengono invece riconosciuti al risparmiatore ogni due mesi, nel momento in cui termina il primo anno di sottoscrizione del contratto. Questo è oltretutto il buono che fornisce il maggior valore di ritorno dall’investimento. Il suo valore di rimborso netto, alla scadenza dei 20 anni, sarà infatti di 171 mila euro. Con un guadagno dunque, rispetto alla cifra iniziale versata, di 61 mila euro.
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