Il pediatra è una figura fondamentale per la crescita sana e armoniosa di un bambino. Ma quanto guadagna in media un pediatra di famiglia?
Quanto guadagna per ogni bambino che ha in cura? Sono tanti i fattori che incidono sullo stipendio medio di un pediatra di famiglia. Vediamo quali sono e quanto può arrivare a guadagnare una figura professionale medica come questa.
Ogni genitore lo sa. Per la crescita e lo sviluppo dei nostri figli la sua presenza assidua e costante è di fondamentale importanza: parliamo del pediatra di famiglia.
Prima di tutto, come scegliere il pediatra di famiglia? La scelta va fatta tra i pediatri disponibili nell’apposito elenco nel distretto sanitario di riferimento. La legge prevede che la scelta possa essere fatta in qualunque momento dopo l’iscrizione all’Anagrafe Tributaria rivolgendosi agli uffici della Asl dove risiede il bambino. Ma c’è anche la possibilità di scegliere direttamente il pediatra presso le strutture ospedaliere con un ufficio anagrafe interno, nel momento stesso in cui si registra la nascita del bambino.
Quando scegliamo il nominativo del pediatra di famiglia, il bambino si vede automaticamente iscrivere al Servizio Sanitario Nazionale. Al piccolo così viene assegnato un codice sanitario personale dove è riportata anche l’indicazione del pediatra.
Ma veniamo alla domanda iniziale, ovvero qual è lo stipendio medio nel 2023 di un pediatra di base per ogni bambino in cura.
Pediatra di famiglia, qual è il suo stipendio medio nel 2023
Lo stipendio medio di un pediatra di famiglia si aggira intorno ai 90 mila euro lordi l’anno, ovvero circa 4 mila euro netti di stipendio al mese. I pediatri con maggiore esperienza e più di fama possono arrivare pure a percepire cifre molto più alte, anche più del doppio. Arrivando così a guadagnare anche 200 mila euro circa a fine carriera. Naturalmente anche e soprattutto facendo visite private.
Per essere più precisi, stando ai numeri che sono stati resi noti, all’inizio della sua carriera un pediatra di famiglia può arrivare a percepire uno stipendio medio pari a circa 47 mila euro lordi all’anno. Una remunerazione che può salire a circa 90 mila euro per i pediatri a metà della loro carriera professionale. Infine lo stipendio può arrivare fino a 165 mila euro circa per i pediatri che hanno maturato un’esperienza decennale per superare anche i 190 mila euro all’anno alla fine della carriera.
In base a cosa può variare lo stipendio di un pediatra? Sono diversi i fattori che incidono sullo stipendio lordo e netto di un pediatra di famiglia. Ad esempio il luogo in cui il pediatra esercita la sua professione, quanti bambini ha in cura. Ma contano anche gli anni di esperienza e la fama, oltre al fatto se il pediatra lavora anche in strutture ospedaliere oppure no.
Altra cosa interessante da sapere è quanti bambini può avere in cura un pediatra. Stando alla normativa vigente, un pediatra di famiglia può avere in cura al massimo 800 bambini. Questo salvo rarissime e pochissime eccezioni.
Pediatra di famiglia, quali sono i suoi compiti
Ci si può chiedere anche in cosa consistano esattamente i compiti del pediatra. A tal riguardo, va detto che per ogni bambino che ha in cura, il pediatra di famiglia tra i suoi compiti ha tutta una serie di obblighi e doveri da rispettare. Come detto, il pediatra di famiglia è una figura professionale medica di grande importanza perché:
- deve seguire la crescita del bambino, accompagnandolo nel suo sviluppo;
- deve verificare lo sviluppo del piccolo effettuando periodicamente delle visite (bilanci di salute);
- deve fornire ai genitori del bambino informazioni sanitarie. In particolare deve informarli sui corretti e salutari stili di vita oltre che sulle vaccinazioni pediatriche;
- deve fare visite ambulatoriali in caso di malattia del bambino;
- può fare richiesta di visite specialistiche o proposte di ricovero;
- deve eventualmente fare visite a domicilio a scopo diagnostico e terapeutico, incluse le prescrizioni farmaceutiche e diagnostiche;
- rilascia certificazioni per l’ammissione del bambino agli asili nido e la sua riammissione alla scuola materna, alla scuola dell’obbligo e alle scuole secondarie superiori, e anche per l’astensione dal lavoro del genitore a causa di una malattia del bambino;
- rilascia certificazioni di stato di buona salute per svolgere attività sportive non agonistiche su richiesta della competente autorità scolastica.