Ci sono novità per l’assegno unico febbraio 2023: è previsto un nuovo pagamento che devi assolutamente conoscere.
In queste ore l’Istituto previdenziale sta inviando ai nuclei familiari titolari di assegno unico alcune disposizioni in merito ad un nuovo pagamento, che riguarda proprio il sostegno alla genitorialità.
Purtroppo, però, l’INPS non ha preceduto questa novità con alcuna comunicazione. Di conseguenza, molti nuclei familiari credono che l’importo legato al nuovo pagamento faccia parte del trattamento di marzo.
Molte famiglie, alla luce di questa situazione, temono che possa essere stato applicato un taglio alla somma di denaro che spetta mensilmente per i figli a carico.
Dopotutto, con l’approvazione della legge di bilancio 2023 sono state introdotte diverse novità che riguardano l’assegno unico. Alcune di queste novità non sono ancora state comprese a fondo ai contribuenti. È il momento di fare chiarezza!
Novità assegno unico febbraio: cosa prevede il 2023
A marzo 2022, è stato introdotto per la prima volta l’assegno unico e universale per figli a carico. Si tratta di una prestazione economica riconosciuta alle famiglie che hanno figli minori di 18 anni. Fermo restando che, in particolari condizioni, l’importo può essere percepito fino al raggiungimento del ventunesimo anno di età del pargolo.
Coloro che hanno percepito l’assegno già nel corso del 2022 non dovranno presentare nuovamente domanda. Tuttavia, per essere certi di ricevere l’accredito proporzionato alla propria condizione reddituale e patrimoniale è bene ricordare di aggiornare la DSU.
Il mancato di rinnovo dell’ISEE non determina il decadimento del diritto all’Assegno unico. Tuttavia, il contribuente che non ha rinnovato il suddetto certificato riceverà la quota più bassa.
Ad ogni modo, nel 2023 sono state introdotte una serie di maggiorazioni in favore di nuclei familiari con figli minori di 3 anni. Inoltre, è previsto anche il conguaglio dell’assegno unico per effetto della rivalutazione degli importi e delle soglie ISEE operata sulla base del tasso di inflazione medio che, nel 2022, è stato pari al 8,1%.
Dunque, al pari di prestazioni pensionistiche e indennità, anche l’assegno unico è stato sottoposto a rivalutazione, con buona pace di tutti i nuclei familiari che lo percepiscono.
Ma, nel 2023 alcune famiglie assisteranno ad un incremento del 50% della quota base per i figli che hanno meno di 12 mesi di età. Come dicevamo, anche coloro che hanno figli in età inferiore a 3 anni, e presentano più di tre figli a carico, riceveranno una maggiorazione del 50% in presenza di un ISEE inferiore a €40.000.
È poi prevista anche una maggiorazione forfettaria che va da 100 a €150 e che spetta alle famiglie che hanno almeno quattro figli a carico.
Insomma, le novità Assegno unico 2023 sono davvero tante. Questi cambiamenti saranno applicati, per la prima volta, in occasione del pagamento del mese di febbraio e faranno riferimento anche al mese di gennaio.
Clausole e data di valuta: Facciamo chiarezza
Quando l’INPS effettua il pagamento dell’assegno unico, tra le note, è possibile leggere quali sono le cause dell’accredito. Generalmente, l’Istituto previdenziale specifica qual è il numero di figli a carico interessati nel pagamento e il periodo a cui esso fa riferimento.
Ad esempio, in occasione del pagamento avvenuto nel mese di febbraio, i contribuenti hanno potuto notare che l’Inps ha specificato che l’accredito faceva riferimento al periodo che va dal 1 al 31 gennaio 2023.
Tuttavia, occorre fare attenzione a non confondere quest’indicazione con la cosiddetta data di valuta. Ci stiamo riferendo ad un’altra informazione, riportata nel pagamento effettuato dall’INPS, ma che fa riferimento al giorno in cui i soldi saranno accreditati sul conto corrente del contribuente.
Pertanto, in occasione del pagamento di marzo, i contribuenti avranno la possibilità di vedere una data di valuta che fa riferimento al terzo mese dell’anno. Tuttavia, questa è l’indicazione del momento in cui avviene il trasferimento del denaro sul conto corrente dell’interessato. Per conoscere qual è il periodo a cui fa riferimento il pagamento, è necessario dare un’occhiata alle note. Qui, l’istituto di credito specifica qual è il periodo in questione.
Di conseguenza, i cittadini che hanno ricevuto un pagamento inferiore rispetto al solito, potrebbero aver ottenuto l’accredito della maggiorazione 2023 del mese di gennaio. Quindi l’importo sarà decisamente più basso (dell’ordine di poche decine di euro) rispetto al solito assegno mensile. Nulla di cui preoccuparsi: è il conguaglio! Per esserne certi osservate il periodo di riferimento nelle note.