Nel nuovo decreto sul superbonus, è stata inserita una norma che può fare perdere il beneficio ai condomini. Vediamo nel dettaglio cosa succede.
Continua a fare discutere la clamorosa marcia indietro del governo, che il mese scorso ha disposto con un decreto legge lo stop alla cessione dei crediti sul superbonus. Una misura drastica ma in qualche modo preannunciata.
In primo luogo perché il bonus era stato già pesantemente modificato nella legge di bilancio 2023. Il bonus nato per rilanciare il settore edilizio, e supportare con un rimborso del 110 per cento i lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico delle abitazioni, è stato infatti modificato profondamente. La percentuale di rimborso sulle spese sostenute passa nel 2023 dal 110 per cento al 90 per cento. Questa diminuirà ulteriormente il prossimo anno, fino al 2026, anno in cui nel decreto viene messo fine al bonus edilizio.
Il nuovo super bonus al 90 per cento ha visto inoltre stringere molto la platea dei possibili beneficiari, con eccezioni previste soltanto per le categorie disagiate economicamente, e per le associazioni senza scopo di lucro. Anche per i condomini il superbonus passa quest’anno al 90 per cento. Esiste in tal senso un’unica eccezione riguarda soltanto i condomini che presentato al Cilas, comunicazione di inizio lavori, entro la data del 25 Novembre 2022.
Ma non solo, perché in questi giorni, è saltata fuori una norma specifica sui condomini, nel nuovo decreto che ha modificato il superbonus, che potrebbe avere conseguenze inaspettate e molto negative per chi ha già aderito al bonus. Secondo molti esperti, il punto 5.3 della Circolare n.23/E/2022, desta diverse perplessità.
Superbonus, attenzione alla nuova norma sui condomini: cosa sta succedendo
Ma cosa viene detto esattamente in questo paragrafo? Nella circolare vengono individuati alcuni principi che saranno seguiti dall’Agenzia delle Entrate per tutti i controlli che riguardano la regolarità del superbonus, e della relativa documentazione presentata dai condomini Tra questi, viene richiesto sia il principio di coerenza reddituale, che quello della proporzione del valore. La stessa AdE afferma infatti che si ha diritto al bonus soltanto nel momento in cui il valore dell’immobile risulta in linea con l’entità dei lavori da svolgere con il bonus.
Laddove viene invece attestata una “sproporzione” dall’ente erariale circa il reale valore della singola unità immobiliare rispetto ai lavori da fare, si perde immediatamente il diritto al beneficio. Questa non è un requisito da poco da rispettare, che potrebbe anzi generare un certo panico tra i condomini. In primo luogo perché una vera attestazione del valore di una singola unità immobiliare del condominio, richiede tempo ed è molto costosa.
Perchè i condomini rischiano di vedersi annullato il bonus senza conoscerne il motivo
Ma il punto è che si tratta di una norma di difficile lettura, e come fanno notare alcune autorevoli testate, come condominioweb.com, il vero problema è che serve un vero esperto tributarista per capire la complessità di questa disposizione. E questa non è certo una figura che abbonda nelle assemblee condominiali.
Per cui il primo problema rischia di essere la confusione generata da questa norma, e il fatto che forse non tutti ne comprenderanno in pieno il significato. Oltre a questo, resta però difficile da capire che tipo di proporzione deve sussistere tra i lavori che rientrano nella detrazione fiscale, e il valore della singola unità immobiliare.
Il rischio a queste condizioni è che migliaia di condomini in tutto il paese rischiano di vedersi annullato il bonus, senza nemmeno conoscere questa disposizione.