Al largo della Sicilia è in corso una maxi-esercitazione della Nato che ha tutta l’aria, in questo momento, di una prova generale della terza guerra mondiale.
A navigare nel Mediterraneo infatti non ci sono solo aerei, droni e sottomarini nucleari occidentali. E tantomeno l’Alleanza atlantica è l’unica forza in campo a prepararsi a un possibile conflitto su scala mondiale.
Inutile girarci intorno: l’incubo di una terza guerra mondiale è tornato ad aggirarsi prepotentemente in Europa, ormai coinvolta insieme alla Nato nel cruento confronto che vede contrapposte Russia e Ucraina. Da ormai più di un anno le ostilità vanno avanti e non si intravede la fine di un conflitto che rischia sempre più di allargarsi.
Perciò l’Alleanza atlantica non ha alcuna intenzione di farsi prendere alla sprovvista nel caso in cui il braccio di ferro con Mosca sul suolo ucraino si tramutasse in guerra aperta con quello che nel gergo di Putin è definito l’«Occidente collettivo». A provarlo c’è l’operazione attualmente in corso nel Mar Mediterraneo: Dynamic Manta 2023, una esercitazione su larga scala partita il 27 febbraio scorso e che proseguirà, col coinvolgimento di aerei da guerra, droni e sottomarini nucleari, fino al 16 marzo prossimo al largo delle coste orientali della Sicilia.
Sul sito del Ministero della Difesa è riportato lo schieramento delle forze impegnate nella maxi-esercitazione, che vede radunate «dieci Nazioni alleate, tre diversi Comandi NATO coinvolti (COMSUBNATO, COMMARAIRNATO, SNMG2); cinquemila militari, dieci elicotteri, dieci navi, sei sommergibili, dieci aerei e personale di dieci nazioni alleate sono convenuti nel Mar Mediterraneo centrale per addestrarsi alla lotta anti sommergibile (Anti Submarine Warfare – ASW) e alla lotta contro i mezzi di superficie».
L’operazione Dymanic Manta è una vasta esercitazione antisommergibile della Nato che si svolge ogni anno a sud-est dell’isola siciliana, dentro il perimetro di un’area strategica per il controllo dei movimenti navali nel bacino del Mediterraneo. Ma l’esercitazione di quest’anno assume un significato particolare – e ben più inquietante – alla luce di quanto sta accadendo in Ucraina. Un contorno sottolineato anche dal controammiraglio Stephen Mack, comandante delle forze sottomarine della Nato.
«Credo che sia una esercitazione estremamente realistica alla luce del conflitto tra Russia e Ucraina». Queste le parole del controammiraglio Mack riportate da Avionews. «La minaccia è reale. La Nato è pronta, questo è uno dei messaggi che vogliamo mandare», ha aggiunto il comandante della Nato.
Se la Nato si prepara a una possibile terza guerra mondiale con la Russia, Mosca d’altro canto non sta a guardare. Anche dall’altra parte del fronte – da parte russa – non mancano infatti le grandi manovre militari congiunte.
Sono almeno due in particolare quelle degne di nota. E ci toccano, almeno in un caso, molto da vicino. La prima esercitazione militare riguarda Russia e Sudafrica. Invece la seconda invece coinvolge, oltre alla Russia naturalmente, l’Algeria. Stiamo parlando di quello che, dopo l’addio al gas e al petrolio di Mosca, è diventato il principale esportatore di gas per l’Italia. Alle forniture di Algeri siamo dunque legati a doppio filo.
E non è tutto: nel Mar Mediterraneo si registra un grande movimento di navi da guerra che battono bandiera russa. Così come nel Mar Baltico, dove Mosca avrebbe messo in campo svariati sottomarini nucleari. A rendere ancora più allarmente la situazione, sempre per restare nel campo del nucleare, ci sarebbe anche il fatto che, come sospettano gli Usa, l’Iran sarebbe sempre più vicino a mettere le mani sull’atomica. Per non parlare dell’incognita Corea del Nord, che un arsenale atomico a disposizione ce l’ha da tempo e, soprattutto negli ultimi tempi, non perde occasione per mostrare i muscoli. Che in questo caso si chiamano missili.
Le forze in campo e gli schieramenti infatti sembrano ormai essere definiti da diverso tempo. In questo contesto sempre più esplosivo rimane il grande punto di domanda sulla Cina, tra aperture e chiusure verso Washington e il sostegno ambiguo nei confronti di Mosca. Tanto che gli Usa si sono allarmati per il possibile supporto militare di Pechino ai russi.
Non sono certo le prime esercitazioni militari congiunte della storia, ma in un frangente storico come quello di adesso, dove potrebbe bastare una piccola scintilla per innescare la miccia della terza guerra mondiale, queste manovre prendono una luce sinistra. Specialmente se pensiamo alle tante navi, sia russe che occidentali, che si spostano nel Mediterraneo col loro micidiale carico di missili nucleari. E non si tratta di War Games o di Risiko.
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