Una stamperia di banconote false trasformata in un negozio per smerciare fruscianti bigliettoni verdi. Un blitz dell’Arma mette fuori gioco i falsari.
Al termine di un’indagine durata parecchi mesi i carabinieri hanno scoperchiato un’organizzazione criminale che aveva messo in piedi un lucroso traffico di denaro falso. Organizzato come una comunissima attività commerciale.
Una gang specializzata in banconote false. Che operava però come un normalissimo negoziante. È quanto hanno scoperto i carabinieri di Napoli, che hanno sgominato la banda e messo sotto sequestro quello che a tutti gli effetti si presentava come un negozio, con tanto di listino prezzi e orario di apertura. Peccato solo che il tariffario riguardasse un’attività illecita: la vendita di banconote false.
Un’attività che seguiva gli orari tipici di un qualunque negozio, aprendo normalmente nei giorni lavorativi e chiudendo nei giorni festivi. Ma tanto normale l’attività di questo negozio “particolare” non era. Come emerso dalle indagini l’organizzazione criminale campava comprando e vendendo euro falsi da smerciare in Italia e all’estero (in Europa). In genere la gang dei falsari vendeva le banconote contraffatte a prezzo fisso, al 10% del valore nominale. Ma in altri casi i prezzi erano variabili: per le banconote da grosso taglio infatti c’era pure lo sconto.
Così ad esempio la banconota falsa da 100 euro costava soltanto 8 euro, mentre per una da 50 euro di euro veri ne servivano 5 (il 10% esatto). Un euro invece per comprare la banconota da 10 euro.
Un “supermarket” specializzato nella vendita di banconote false
In sostanza l’associazione a delinquere aveva messo in piedi una specie di supermarket di soldi falsi. Un reato per il quale sono finiti agli arresti nove falsari che stampavano, distribuivano e vendevano false banconote nel cuore di Napoli. Altri dieci invece sono finiti ai domiciliari mentre altre cinque persone si sono viste notificare il divieto di dimora.
Un’eccezionale operazione quella messa a segno dai carabinieri che hanno sgominato il “negozio” di banconote false grazie a mesi di pedinamenti e intercettazioni. Così sono riusciti a individuare e a mettere le mani sulla “banda degli onesti” che aveva stabilito la propria base in un basso del quartiere Vasto.
La gang dei falsari di denaro – guidata da una donna – aveva allestito una specie di “bancomat del falso” dove le banconote contraffatte venivano acquistate e vendute proprio come accade in una normalissima attività commerciale. Il negozio dei falsari operava ogni giorno seguendo il normale orario lavorativo di un comune negozio. Apriva con comodo, da lunedì a sabato dalle 12 alle 19:30, con tanto di chiusura la domenica e nei giorni festivi.
A Vasto, nel basso dove si stampavano e smistavano banconote false, arrivavano persone da ogni parte d’Italia e d’Europa. Tanto è vero che tra le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Napoli, Rosamaria De Lellis, ci sono anche due cittadini francesi e un altro cittadino residente a Brescia. Anche dal capoluogo partenopeo arrivavano “clienti” per prelevare grossi quantitativi di false banconote.
Banconote false: un sequestro da mezzo milione di euro (falsi) e 19 arresti
E non era tutto: i carabinieri hanno scovato anche due depositi dove i falsari stoccavano il malloppo di banconote contraffatte. In totale gli uomini dell’Arma hanno sequestrato la bella cifra di quasi mezzo milione di biglietti totalmente falsi, anche se riprodotti alla perfezione. Un lavoro a regola d’arte che conferma Napoli, scrive ‘Il Mattino’, come «la capitale mondiale dei falsari». Non è un caso, spiega il quotidiano, che i gruppi di falsari partenopei siano universalmente conosciuti col nome collettivo di «Napoli group». Soltanto i falsari cinesi sembrano tenere il passo degli specialisti che agiscono all’ombra del Vesuvio.
Come detto, le banconote erano praticamente perfette. In grado non soltanto di ingannare l’occhio degli esperti ma anche, in alcuni casi, perfino quello tecnologico delle macchine contasoldi. A mettere la parola fine alla gang dei superfalsari ci ha pensato un’indagine durata un anno, tra pedinamenti e intercettazioni, condotta dal Comando dei carabinieri antifalsificazione monetaria (Noam) con il Tenente Colonnello Lorenzo Marinaccio.
Un’indagine durata un anno
L’indagine è partita infatti l’11 febbraio 2022. È allora che i militari hanno scoperto un deposito a Napoli. Un ritrovamento che ha portato a sequestrare in tutto 288 mila euro di banconote false. Sempre allora sono scattati i primi arresti, con due persone fermate in flagranza di reato. Poco più di un mese dopo, nel marzo 2022, gli agenti dell’Arma hanno individuato e arrestato due cittadini francesi, ai quali hanno sequestrato 16 mila euro di false banconote.
Poi a maggio i carabinieri hanno scovato un altro deposito-cassaforte. Scoprendo che al suo interno custodiva altri 175 mila euro di soldi falsi. Facendo i conti, si tratta di quasi mezzo milione di euro. Ma quella era soltanto la punta dell’iceberg. Il giro d’affari complessivo è senz’altro milionario se pensiamo che su ogni banconota falsa smerciata i falsari lucravano circa il 10 per cento del valore nominale del finto biglietto. Per il quale però chiedevano soldi veri.
Falsari di banconote, una donna alla testa della banda
Alla testa dell’organizzazione criminale si trovava una donna, che dal suo locale nel quartiere Vasto dava ordini alla banda e intratteneva rapporti con clientela. In numerose circostanze i carabinieri hanno potuto osservare passaggi di denaro. La gang dei falsari non aveva organizzato soltanto un servizio di vendita diretta. Per vendere più soldi possibili aveva messo in piedi anche un servizio di consegna, servendosi di intermediari di fiducia.
Da tempo su «Napoli group» è alta l’attenzione non solo dell’Arma, ma anche della Banca d’Italia. Infatti due anni fa è proprio nella città sotto il Vesuvio che è stato inaugurato un centro investigativo per studiare le mosse dei falsari partenopei.