Il nuovo decreto sul Superbonus e bonus edilizi, ha messo fine alla cessione del credito, offre ancora alcune possibilità per non perdere le detrazioni spettanti. Vediamo nel dettaglio cosa fare.
Non smette di far discutere la decisione del governo di mettere fine alla cessione del credito su tutti i bonus edilizi varati fino ad adesso. Una scelta che l’esecutivo ha giustificato spiegando che era l’unica possibile per mettere fine a una pratica che stava generando una vera e propria bolla nel mercato finanziario.
C’è anche da dire che la strada per arrivare a questa soluzione era già stata tracciata prima che venisse pubblicato l’ultimo decreto, disponendo la chiusura del canale bancario nella cessione del credito. Era però necessario bloccare tutti i crediti, senza danneggiare troppo i contribuenti e ridefinendo il quadro giuridico inerente la responsabilità solidale di tutti coloro che hanno partecipato alla compravendita di questi crediti. E difatti, il governo ha previsto diversi salvacondotti, anche per chi aveva in precedenza venduto un credito, senza aver richiesto all’acquirente tutta la documentazione prevista per legge. Viene lasciato all’Agenzia delle Entrate l’onere di provare l’eventuale dono, e il grado di negligenza che fa scattare la sanzione.
Il problema però è che questo ultimo decreto blocca di colpo tutte le cessioni. Con tutte le tensioni, tra le imprese che hanno ancora questi crediti in pancia, che si sono conseguentemente generate. Al momento dunque, con le nuove disposizioni, possono continuare ad utilizzare questo sconto in fattura soltanto coloro che hanno aderito al superbonus per spese inerenti i soli lavori che hanno già ottenuto il titolo abilitativo. Si può dunque in alcuni casi, continuare ad usufruire della detrazione in dichiarazione dei redditi. È importante inoltre precisare un aspetto che non tutti i contribuenti conoscono.
Nel momento in cui la prima quota della cifra complessiva che si richiede in detrazione viene messa in dichiarazione dei redditi, non c’è l’obbligo per il cittadino di indicare anche quali sono le quote rimanenti da saldare per l’anno in corso. Questo perché viene concessa la possibilità di potersi vedere detratta la prima rata, e decidere eventualmente di cedere le altre tramite il meccanismo di “cessione differita”. Chi utilizza questa opzione però, può farlo solo a condizione di cedere l’intero importo rimanente.
C’è anche chi sostiene che a determinate condizioni, potrebbe anche essere riaperta la possibilità di cedere il credito a una banca. Ma queste sono al momento mere speculazioni, anche se è difficile pensare che il governo non interverrà ancora, in una situazione così caotica.
Anche perché migliaia di imprese a causa di questo blocco stanno andando in fortissima difficoltà economica. Si ritrovano infatti in pancia dei crediti di grande entità, che non possono più cedere.
Alcuni esperti economici, hanno anche spiegato come il decreto appena pubblicato che mette fine alla cessione del credito, lascia in realtà uno spazio giuridico, per aderire comunque a strumenti non convenzionali di cessione. Operazioni che possono comunque permettere al contribuente di non perdere la detrazione spettante.
Una possibilità in tal senso, è la cessione plurisoggettiva del credito fiscale, che riguarda la gestione delle spese frazionate SAL. Tramite questo strumento, il credito può essere trasferito a più soggetti nell’ambito della stessa operazione. Oltretutto, chi sceglie questa opzione può anche, tramite l’istituto della remissione in bonis, vedersi allungati i tempi per poter inviare la comunicazione dell’opzione per i lavori previsti e ammessi dai vari bonus edilizi.
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