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Economia

Pensioni, a marzo assegno più ricco che mai: controllate il cedolino

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Emiliano Fumaneri

Il prossimo mese ci saranno buone notizie per i pensionati che ancora non hanno ricevuto gli aumenti legati alla rivalutazione delle pensioni.

A marzo 2023 l’Inps infatti pagherà per la prima gli adeguamenti all’inflazione a chi ancora non li aveva visti. Ma non è tutto: sono in arrivo anche gli arretrati relativi ai mesi precedenti. Ecco chi il prossimo mese si vedrà arrivare un assegno più ricco.

Nursenews

Ormai è imminente l’arrivo di marzo. Che in questo caso significa buone notizie per alcuni pensionati: quelli che ancora non hanno ricevuto gli aumenti legati all’inflazione. Nello specifico, chi ha un assegno quattro volte superiore la pensione minima, infatti, per la prima volta potrà toccare con mano gli effetti della rivalutazione. Inoltre riceverà anche gli arretrati dei passati mesi di gennaio e febbraio.

A partire da marzo 2023 chi ancora non si era visto rivalutare la pensione riceverà in colpo solo l’aumento e anche gli arretrati per i due mesi precedenti: gennaio e febbraio. Infatti l’Inps aveva stabilito che gli aumenti non sarebbero arrivati immediatamente per chi gode di una pensione superiore a 2.101,52 euro lordi (cioè quattro volte più alta dell’assegno minimo che, ricordiamo, è fissata a 525,38 euro per tutti e a 600 euro per chi ha più di 75 anni).

Assegno pensionistico: come calcolare aumenti e arretrati

L’assegno pensionistico sarà dunque rivalutato per essere adeguato all’inflazione. Ma la rivalutazione non sarà piena. O almeno non per tutti. Lo ha stabilito l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Il governo, per sua decisione, ha decretato che la rivalutazione andrà legata all’importo dell’assegno: più la pensione è alta, più bassa è la rivalutazione.

Dunque chi percepisce una pensione inferiore a 2.100 euro al mese fin da gennaio ha visto crescere l’importo dell’assegno per effetto della rivalutazione dovuta all’alto tasso di inflazione.

Per questi pensionati l’aumento è stato pari al 7,3% della pensione, la percentuale piena (100%) che serviva a pareggiare il tasso di inflazione. Diversa la percentuale di rivalutazione per chi invece è titolare di un assegno pensionistico tra 4 e 5 volte la pensione minima. Parliamo indicativamente delle pensioni comprese tra i 2.100 e 2.626 euro al mese. Per questi trattamenti la rivalutazione sarà pari a una percentuale dell’85%. E da qui in avanti la percentuale scenderà ancora, fino ad arrivare al 32% per chi beneficia di una pensione superiore a dieci volte la minima (oltre i 5.254 euro).

La tabella Inps con le percentuali di rivalutazione dell’assegno

Come fare a sapere quanto sarà alta la prossima pensione? Per saperlo è necessario consultare la tabella Inps dove sono riportati tutti gli aumenti in base all’importo della pensione. Entrando nel dettaglio:

  • 100% del 7,3% necessario per coprire il tasso di inflazione si è già applicato – e continuerà a essere applicato – alle pensioni che prima arrivavano fino a 2.101,52 euro.
  • 85% del 7,3% (6,2%): alle pensioni comprese tra quattro e cinque volte il minimo (dunque tra 2.101,52 e 2.626,90 euro);
  • 53% del 7,3% (3,9%) alle pensioni tra cinque e sei volte il minimo (tra 2.627 e 3.152 euro);
  • 47% del 7,3% (3,4%) alle pensioni tra sei e otto volte il minimo (tra 3.152 e 4.203 euro);
  • 37% del 7,3% (2,7%) alle pensioni tra otto e dieci volte il minimo (tra 4.203 e 5.254 euro);
  • 32% del 7,3% (2,3%) alle pensioni oltre dieci volte il minimo (sopra 5.254 euro).

Inoltre bisogna ricordare che il prossimo marzo non scatterà soltanto il normale aumento, ma anche la somma aggiuntiva che sarebbe dovuta arrivare nei mesi di gennaio e febbraio.

Assegni più ricchi: quando arrivano a marzo e a chi spettano

Ma quando arriverà effettivamente la pensione? La data precisa, come ogni mese, dipende dall’ente a cui ci siamo rivolti per averla. Grosso modo, indicativamente, il primo del mese (dunque mercoledì primo marzo 2023) dovrebbero giungere i pagamenti per si serve di Poste italiane. A partire da venerdì 3 marzo 2023 arriveranno le pensioni di chi ha optato per le banche. Come detto prima, gli arretrati saranno versati soltanto ai pensionati che precedentemente non si sono visti adeguare l’assegno. Ossia quelli che ricevono una pensione quattro volte superiore la minima (2.101,52 euro lordi).

Bisogna anche ricordare che queste rivalutazioni sono relative all’importo dell’assegno pensionistico. Ma non riguardano alcuni specifici servizi dell’Inps. Non riguardano, per esempio, le prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative o le pensioni a carico del Fondo clero ed ex Enpao, che vengono rivalutate individualmente. Non si vedono adeguare all’inflazione, stando a questi schemi, nemmeno le prestazioni a carattere assistenziale e le pensioni che godono dei benefici previsti per le vittime di atti di terrorismo e delle stragi. In conclusione, non scatta la rivalutazione neanche per le prestazioni Inps di accompagnamento a pensione (come l’Ape sociale ad esempio).

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