Legge di Bilancio 2023, i commercianti possono rifiutare i pagamenti con Pos? Con il governo Meloni sono state introdotte delle modifiche in merito alla disposizione già introdotta con lo scorso esecutivo. Vediamo insieme.
Il nostro è un Paese ancora fortemente dipendente dal contante. Sebbene infatti siano aumentati gli italiani che fanno regolarmente affidamento ai sistemi di pagamento digitali, l’Italia resta in fondo alla classifica europea per numero di transazioni cashless pro capite. Eppure, i pagamenti con il Pos offrono ai cittadini dei vantaggi non indifferenti. Oltre alla semplicità e rapidità d’utilizzo, non obbliga (almeno sulla carta) a portarsi dietro contati e monete – e a non dover stare attenti al resto. Inoltre, i pagamenti con il Pos forniscono una tracciabilità delle transazioni ormai a portata di smartphone, dettaglio utilissimo per chi ha bisogno di ponderare bene le spese e le entrate del periodo. Senza contare che, nel malaugurato caso in cui le carte dovessero finire perse o rubate, basta una telefonata per bloccare tutto; i contanti, invece, probabilmente non tornerebbero più indietro.
Nel 2021 il Codacons registrava “circa il 20% tra commercianti e artigiani” a non consentire i pagamenti con carte, “spesso ricorrendo alla scusa del Pos fuori uso o di problemi di connessione del terminale”. Questo può dipendere da diversi fattori, primo tra tutti quello di voler evitare il costo dell’operazione. Ma non è nemmeno da escludere la possibilità, così facendo, di “dimenticarsi” di battere qualche scontrino. Proprio in merito a ciò, l’obbligo di accettare pagamenti con mezzi di tracciabili era stato introdotto come strumento importantissimo di lotta all’evasione fiscale. Lotta, questa, che viene vista in maniera differente dal governo attuale rispetto a quello precedente. Tanto che, in questo senso, è stato fatto addirittura un passo indietro.
Pagamenti con il Pos: obbligo sì, obbligo no?
Se inizialmente la manovra prevedeva l’obbligo di accettazione di pagamenti con carta solo per spese di importo superiore ai 60 euro, con il dl “Misure urgenti in materia di energia elettrica, gas naturale e carburanti” approvato dal CdM il 10 novembre 2022 (il cosiddetto decreto Aiuti quarter), l’esecutivo capitanato da Giorgia Meloni ha alzato la soglia del tetto al contante a partire dal 1° gennaio 2023. Nello specifico, con la Legge di Bilancio 2023 è stato disposto l’aumento della soglia da 1.000 a 5.000 euro. Dietrofront, invece, sull’esonero dall’obbligo di accettare pagamenti tramite Pos per acquisti inferiori a 30 euro – poi trasformatosi in 60, e poi alla fine in nulla di fatto.
Questo anche dopo aver accolto le varie critiche che l’Ue ha lanciato da Bruxelles. Ad ogni modo, nella Legge di Bilancio è stata comunque introdotta una riformulazione dell’intervento anticipato già lo scorso anno: non riferito alla soglia minima, ma a un meccanismo che permetta il controllo (così come l’arginamento) dei costi di commissione a carico dei commercianti tenuti ad accettare i pagamenti con Pos.
Per quanto riguarda l’obbligo sui pagamenti tracciabili, invece, è ormai dal 30 giugno 2014 che i commercianti sono tenuti ad accettarli per qualsiasi importo. Il punto, però, è che fino al 30 giugno 2022 sono mancate sanzioni per chi, con una scusa o con un’altra, negava la possibilità ai clienti. Con l’approvazione del Decreto legge 36 del 2022, infatti, ormai i pagamenti con il Pos sono accettati da quasi tutti gli esercizi. E questo vale anche a partire dal 1° gennaio 2023, dato che non sono state effettuate modifiche in tal senso. Il commerciante deve poter garantire sempre al cliente la doppia possibilità di pagamento sia in contanti che con mezzi tracciabili. E a chi non rispetta tale obbligo, vengono applicate sanzioni pari a 30 euro più il 4% del valore della transazione negata.