Cosa è più conveniente fare oggi per risparmiare sulle bollette di luce e gas? Rimanere (o tornare) nel mercato tutelato o fare il passaggio al mercato libero?
Nel primo caso, come si sa, è Arera a fissare le tariffe. A questa domanda, ad ogni modo, ha cercato di dare una risposta un’indagine del Corriere della Sera portata avanti con gli esperti dell’Unione Nazionale dei Consumatori e di Facile.it.
Il risultato è che per la luce oggi conviene passare al mercato libero. A condizione però di riuscire trovare l’offerta che meglio si adatta ai propri consumi.
Per quel che riguarda il gas, invece, non ci sono grandi differenze di prezzo tra mercato libero e regime tutelato.
Stando all’indagine, un quarto degli italiani (il 25%) ha detto di non sapere nemmeno se il proprio fornitore operi nel mercato tutelato o in quello libero. Per saperlo, per inciso, basta guardare l’ultima bolletta ricevuto, dove dovrebbe essere segnato il regime del fornitore.
Nel regime di tutela è Arera, l’Autorità indipendente, a fissare le tariffe di luce e gas, aggiornandole ogni tre mesi per la luce e ogni mese per il gas.
La tariffe nel mercato libero
Nel mercato libero invece le tariffe sono contrattate con l’azienda fornitrice e possono essere:
- fisse e in genere i contratti hanno durata biennale, anche se adesso non è facile trovarli dato che i prezzi, oltre a essere aumentati vertiginosamente, sono molto variabili nel breve periodo rendendo difficile fare previsioni.
- variabili, legate generalmente a un indice che solitamente è il Pun (Prezzo unitario nazionale sulla Borsa elettrica) per la luce e il Psv (Punto di scambio virtuale, ossia il mercato all’ingrosso in Italia) per il gas.
Le voci da guardare in bolletta
Detto questo, oggi qual è la cosa più conveniente?
Quando ci viene proposto di passare al mercato libero vanno guardate le due voci che compongono la bolletta, e che possono cambiare a seconda del fornitore:
- spese per l’energia, dette anche quota energia. Viene espressa in euro per kilowattora, «kwh», per la luce, mentre per il gas è in euro per standard metro cubo, «smc», oppure euro per Megawattora, «MWh»;
- quota di commercializzazione fissa. Spesso qui, spiega l’Unione Nazionale Consumatori, si annida una vera e propria trappola, dato che molti venditori «non ti indicano la quota se non gliela chiedi, ma si limitano a dire che ti faranno il 10% di sconto sulla materia prima senza specificare quanto costa la quota di commercializzazione (che è fissa) nella loro offerta, che se è alta si mangia lo sconto».
Non ci sono differenze invece tra il mercato libero e quello tutelato per tutte le altre componenti. Ovvero le le spese per il trasporto e la gestione del contatore oppure le diverse imposte. Come accise, addizionali regionali, Iva a seconda che si tratti di luce o gas e oneri generali di sistema (azzerati in bolletta almeno fino al 31 marzo 2023 e che dunque non si pagano).
Stando a Facile.it, chi passa dal mercato tutelato a quello libero risparmia il 2% sul gas, ma può arrivare anche a risparmiare il 21% sull’energia elettrica. Una differenza non da poco nel caso dell’elettricità, mentre la variazione sul gas sarebbe nettamente minore.