Non sono pochi i consumatori che amano la cucina etnica e quando possono vanno a pranzo o a cena in uno dei tanti ristoranti ormai ampiamente diffusi in città.
Come scegliere però il ristorante etnico in modo da evitare brutte sorprese? Ecco alcuni suggerimenti che potranno tornare utili nella scelta del ristorante etnico. Vediamo quali sono gli elementi a cui conviene prestare attenzione.
Sarà capitato a tutti di leggere o di ascoltare, tra le notizie della cronaca quotidiana, di sequestri dei Nas o comunque da parte delle autorità, di grossi quantitativi di articoli alimentari avariati, irregolari o scaduti.
Tutti prodotti che in genere non sono idonei a essere consumati. Vuoi perché non tracciabili, vuoi perché trovati in pessimo stato di conservazione. Ad ogni modo, in ristoranti coinvolti in questo genere di interventi spesso e volentieri sono irregolari quanto i prodotti sequestrati.
Le cose a cui fare attenzione quando si va al ristorante
Ci sono poi i dettagli che possono rivelarsi fondamentali per la tutela della propria salute, nel ristorante etnico ma non solo ovviamente.
- Anzitutto andrebbe segnalata la presenza di allergeni (uova, latte, solfiti, crostacei, ecc.) o di ingredienti che non sono tollerati (come glutine e lattosio). Sono quelli elencati nel Regolamento 1169/2011. Ci sono persone allergiche ad alimenti particolari (come olio, peperoncino, pesca, fragole, fave, ecc.). Chi va a mangiare al ristorante dunque deve sapere se nei piatti è presente qualcuno di questi alimenti. Anche perché il ristoratore è responsabile sul piano penale (anche con l’arresto) di eventuali danni provocati da alimenti contenenti allergeni dei quali i clienti non sono stati informati.
- Così come è bene diffidare di carrelli con cibi freddi, conservati a lungo a temperatura ambiente. Questo in particolare se si tratta di creme, maionese, gelatine, mascarpone, uova e salse.
- Nel caso del pesce crudo, il rischio principale consiste nella possibile presenza di anisakis, un piccolo verme parassita di molti pesci. Per questo il pesce da consumare crudo andrebbe prima “abbattuto” (cioè congelato) per 12 – 24 ore a una temperatura di circa –20 gradi.
- Mentre altre contaminazioni da parte di microbi capaci di causare intossicazioni alimentari possono essere evitate con una cottura adeguata e appropriata. Il cliente naturalmente può rifiutare un fritto dal cattivo odore o “bruciacchiato”. Come del resto può fare con ogni piatto malfatto.
- Attenzione alle classiche oliere: praticamente sono illegali, dato che l’olio andrebbe servito in recipienti antirabbocco.
- Così come bisogna fare attenzione al vino versato nei calici, come sempre più sta prendendo piede. Un diritto del consumatore è quello di sapere che vino sta bevendo. Dunque deve poter vedere la bottiglia.
La formula “all you can eat”
È una formula tipica di molti ristoranti etnici (anche se non solo naturalmente): quella dell’all you can eat. Questa formula, per chi non lo sapesse, permette di mangiare a volontà pagando una cifra fissa.
Non è possibile escludere che molti di questi ristoranti – soprattutto quelli a base di cucina orientale – non facciano uso di pesce congelato o surgelato, per via del costo molto minore rispetto a quello fresco. Anche se paradossalmente il primo è più sicuro sul piano igienico-sanitario, il consumatore ha diritto di sapere se il pesce che gli è stato servito è fresco o meno, anche per una questione di prezzo.
Corsi di formazione per il personale dei ristoranti e HACCP
Infine bisogna sapere che:
- i ristoranti devono osservare le norme igieniche elencate negli HACCP (cioè le analisi dei rischi e punti critici di controllo) che vanno posizionate in modo che i clienti ne possano prendere visione.
- C’è l’obbligo per tutto il personale di aver seguito corsi di formazione per conoscere le procedure che permettono di prevenire problemi di carattere igienico-sanitario.
- In caso di malattie contratte in un ristorante la prima cosa da fare è ricevere immediate cure mediche recandosi magari al pronto soccorso più vicino,