Anche per quest’anno, resta l’opzione di andare in pensione con 15 anni di contributi compiuti i 67 anni, la cosiddetta pensione di vecchiaia.
La pensione di vecchiaia resta anche per il 2023. Si tratta di una modalità di accedere alla pensione con 15 anni di contributi, invece di 20 anni, una volta compiuti i 67 anni di età. La legge Amato ha posto tre deroghe a questa pensione decidendo anche che in determinati contesti vi possa accedere con uno sconto di 5 anni di contributi. Tali deroghe rimangono in vigore ogni anno, ma per ovvie ragioni il pubblico dei potenziali beneficiari va via via diminuendo.
La terza delle suddette deroghe permette di andare in pensione a chi ha un’anzianità assicurativa di almeno 25 anni (ergo, da quando hanno cominciato a versare il primo contributo). L’errore in cui non cadere, tuttavia, è quello di pensare che quest’anno possano usufruire di tale opportunità coloro che hanno cominciato a lavorare 25 anni fa, ergo nel 1998. La terza deroga, infatti, pone altri requisiti che anticipano la data in cui deve essere cominciata la carriera di chi desidera andare in pensione con 15 anni di contributi e non con 20.
Nello specifico, questa legge tutela chi ha avuto carriere non continue e che in molti casi sono state retribuite anche in modo esiguo. La terza deroga Amato permette a costoro di andare in pensione con 15 anni di contributi se hanno anzianità assicurativa di minimo 25 anni, di cui 10 anni lavorati per periodi al di sotto delle 52 settimane. Bisogna ricordare, inoltre, che le deroghe Amato sono rivolte solo a chi ha almeno versato un contributo all’interno del regime retributivo, vigente fino al dicembre 1995.
Dunque, per andare in pensione con 15 anni di contributi nel 2023 si deve aver cominciato a lavorare non oltre il dicembre 1995, e quindi bisogna avere un’anzianità assicurativa di 28 anni. Questa terza deroga si attua solo per lavoratori dipendenti che sono iscritti all’Ago (Assicurazione generale obbligatoria) oppure a un fondo sostitutivo o esonerativo della suddetta. Dunque, ci si domanda di quanti contributi necessita chi ha anzianità assicurativa seguente al 1° gennaio 1996, data che ha significato il cambio di sistema, che da retributivo è divenuto contributivo.
Per coloro che vengono detti contributivi puri, ovvero chi non ha contributi versati prima del dicembre 1995, c’è l’opportunità di andare in pensione con 5 anni di contributi. La differenza è la seguente: mentre con la terza deroga Amato si matura il diritto di andare in pensione lo stesso a 67 anni, con l’opzione contributiva della pensione di vecchiaia bastano 5 anni di contributi ma si dovranno aspettare i 71 anni di età.
È comunque una buona opzione per chi ha avuto una carriera lavorativa discontinua, e che dunque non è riuscito a maturare vari anni di contributi e che, per via del fatto che non hanno cominciato a lavorare nel 1995 non hanno avuto accesso alla terza deroga Amato, che dà tuttavia diritto alla rendita anche con minimo 5 anni di contributi che altrimenti sarebbero andati in fumo.
Si può inviare richiesta all'INPS per ottenere uno straordinario beneficio, che consente di avere più…
Comprendere la traduzione delle pagelle scolastiche è essenziale per il successo accademico e il coinvolgimento genitoriale. Importanza…
Spesso si pensa di mangiare cibi salutari, ignorando che si tratta di prodotti ultra processati…
L'esenzione dal ticket è prevista per diverse malattie e consente di ottenere un grande risparmio…
I disabili e i caregiver possono approfittare delle agevolazioni fiscali per comprare un'auto. Quali documenti…
Una recente indagine avrebbe individuato la regione più infelice d'Italia e il motivo è davvero…