Per coloro che percepiscono oltre 2.100 euro di pensione, non vedranno neanche sul cedolino di febbraio
Il cedolino della pensione di febbraio è online, e come previsto, non comprende gli aumenti della rivalutazione che non sono stati ancora attuati per chi ha un assegno che supera di 4 volte il trattamento minimo, ovvero oltre 2.100 euro.
Con la Manovra il governo ha revisionato la rivalutazione e ha tenuto le norme invariate solo per chi percepisce un assegno sotto i 2.100 euro, per cui l’adattamento è corrisposto al 100% del tasso registrato. Al di sopra di questa cifra, la rivalutazione è stata ridefinita, con percentuali minori tanto più è alta la pensione che si riceve.
Nonostante ciò, si è valutato che i tempi fossero troppo stretti per consentire all’Inps di adattare il calcolo della rivalutazione pagando già la pensione nel mese di gennaio e non era raccomandabile neanche usare le vecchie regole, perché in quel modo i pensionati avrebbero beneficiato di un aumento maggiore rispetto a quello previsto dall’attuale legge, con l’Inps che in un secondo momento avrebbe eseguito una trattenuta sulla pensione.
Per impedire questa incresciosa situazione, l’Inps ha optato per congelare gli aumenti della rivalutazione, riconoscendoli, per ora, solo a coloro a cui hanno rivalutato l’assegno al 100%. Per tutti gli altri, come spiega l’Inps in una nota, «la rivalutazione sarà attribuita sulla prima rata utile al momento di approvazione della norma».
Inizialmente l’ipotesi era che la prima data utile sarebbe stata febbraio, ma da quanto affermano i pensionati che nelle ultime ore hanno verificato l’importo dell’ultimo cedolino postato online pare che si dovrà attendere un altro po’.
Ergo, i pensionati ora sperano che sarà marzo 2023, quando dovrebbero riconoscere gli arretrati per i mesi prima. D’altra parte, l’Inps non aveva tanto tempo per mettere in campo la nuova rivalutazione già per il mese di febbraio, dato che l’elaborazione è occorsa verso il 10 gennaio.
Dunque, l’esecutivo Meloni, non ha nulla a che vedere con tutto ciò, come scrivono diversi pensionati sui social, perché sono dei normali rallentamenti tipici della burocrazia che dovrebbero essere sistemati in tempo per il riconoscimento degli aumenti della rivalutazione nel cedolino che andrà in pagamento a partire dal 1° marzo 2023.
In alcuni casi, ci sono pensionati che si lamentano per aver percepito un importo più basso rispetto al mese prima. I motivi potrebbero essere di conguaglio fiscale oppure che sulla pensione del mese di febbraio si trattengono addizionali regionali e comunali inerenti il 2022, recuperate in 11 rate l’anno seguente a quello di riferimento.
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