Nei prossimi mesi il governo dovrebbe varare una riforma del fisco sempre sulla scia della tregua fiscale.
Lo ha annunciato il viceministro dell’Economia. Nel frattempo l’esecutivo pensa anche a come prorogare dopo marzo gli interventi contro il caro energia a favore di famiglie e aziende.
Il governo sembra orientato a prorogare gli aiuti contro il caro-bollette per famiglie e imprese. Ma vuole farlo sotto diversa forma. Gli interventi rifinanziati per il primo trimestre 2023 sono dunque destinati ad essere prorogati. Ma in una forma che premi chi si dimostra virtuoso sul piano dei consumi energetici.
È quanto annunciato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intervenuto ieri mattina a Telefisco, il convegno annuale del Sole 24 Ore. Il titolare del Mef ha registrato un cambiamento nell’andamento dei prezzi, auspicando che continuino nella loro discesa. Al tempo stesso il ministro dell’Economia del governo Meloni ha affermato la necessità di «rimettere mano alle misure e sicuramente prorogarle».
Ma, ha anche aggiunto, queste misure andranno ripresentate «non nella stessa forma ma studiando meccanismi più efficienti e più flessibili rispetto all’andamento dei consumi e che orientino le famiglie e premino comportamenti virtuosi». Anche a livello europeo, ha ricordato Giorgetti, si sta discutendo su come definire questi meccanismi.
Il ministro leghista ha poi sottolineato le difficoltà ad attuare il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il problema, ha ricordato Giorgetti, non sta tanto nelle risorse («le risorse ci sono, è un progetto ambiziosissimo») quanto nel «metterle a terra». La vera difficoltà sembra risiedere in procedure ben poco snelle che rendono difficoltoso attuare il Pnrr.
Parlando dei rapporti con Bruxelles, il ministro dell’Economia ha aggiunto che sulla riforma del Patto di Stabilità si prospetta un negoziato «assai complicato». Da pare europea c’è sicuramente, ha detto, la necessità di «aggiornare le sue regole in funzione della crescita». In particolare, ha fatto osservare Giorgetti, il nuovo Patto di Stabilità «non può penalizzare gli investimenti». Si tratta di una discussione, a suo avviso, da collegare alla «riforma della governance economica europea».
Fisco, si va verso una nuova riforma?
Oltre al ministro dell’Economia, a Telefisco sono intervenuti anche il suo vice, Maurizio Leo, e il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini. Quest’ultimo ha reso noto che l’annullamento delle cartelle inferiori a mille euro deciso dal governo interessa una platea tra i 25 e i 27 milioni di cartelle esattoriali notificate a 7 milioni di contribuenti.
Si tratta di un totale di 18 miliardi di euro, condonate perché, a giudizio di esecutivo e Agenzia delle entrate, spesso lo Stato non riesce più a riscuoterle. Il viceministro dell’Economia ha ammesso i “buchi” da parte dello Stato nel contrasto all’evasione fiscale, con un tax gap che «è sempre oscillato tra 85 e 100 miliardi». Nei prossimi mesi, ha annunciato Leo, il governo proporrà una riforma fiscale dalla quale ci si aspetta un cambio di passo. Nel frattempo ha rivendicato il buon successo della pace fiscale, che in appena 5 giorni ha portato a 65 mila richieste di definizione agevolata delle cartelle.
Assieme alla nuova riforma del fisco, ha spiegato Leo, potrebbe arrivare, almeno per le imprese più piccole, un «concordato preventivo biennale». In altre parole, il contribuente può evitare i controlli versando quanto proposto dal Fisco. Mentre per le imprese più grandi, ha ricordato il viceministro, «c’è la “cooperative compliance”: la normativa risale al 2015 e va abbassata la soglia di accesso». Inoltre, ha proseguito, andrebbe aggiunto «un contraddittorio preventivo» sempre all’insegna di un dialogo accompagnato dalla «riduzione delle sanzioni, che si possono addirittura azzerare». Il viceministro ha anche proposto di abolire l’Irap e una moratoria estiva: «nessuna scadenza di versamento nel mese di agosto, si deve ripartire dal mese di settembre».