Il costo del pellet aumenta costantemente e dunque ci si chiede se conviene ancora usare una stufa come “arma” di risparmio. Facciamo alcune considerazioni in proposito.
Con il forte rincaro sul prezzo dei combustibili, le bollette sono salite in maniera vertiginosa. Sono in molti a domandarsi se ci sono alternative che convengano maggiormente per il riscaldamento della propria casa, tra cui c’è anche il pellet, che fino a poco tempo fa rappresentava una soluzione alquanto economica.
Costo del pellet in continuo rialzo
Il punto è che, come prevedibile, anche il costo del pellet ha cominciato a crescere negli ultimi tempi, giungendo a 13 euro a sacchetto. Ergo la domanda sorge spontanea: conviene ancora questo tipo di stufa per risparmiare? Per rispondere a tale quesito bisogna fare tutta una serie di riflessioni, considerando alcuni fattori esterni rispetto al pellet, ovvero la corrente elettrica e il gas metano, che finora sono stati gli strumenti per riscaldarsi più usati e a cui bisogna mettere il pellet a confronto.
Il metano
Il metano è il combustibile che più ha risentito dei rincari, per via della forte e soprattutto imprevista diminuzione della disponibilità di materia prima. Il gas naturale, difatti, è aumentato di 25 volte in confronto al 2020. Un costo cresciuto in maniera esponenziale. Se facciamo un’analisi più approfondita della questione, possiamo osservare che nel mese di agosto 2020, il costo del metano era a 8,219 euro/Mwh, e ad agosto 2022 è giunto a costare 231,736 euro/Mwh.
Questi prezzi sono relativi al costo medio delle transazioni all’ingrosso, e non sono esclusi picchi di un certo tipo, come è accaduto nell’agosto 2022 quando il gas ha oltrepassato, momentaneamente i 300 euro/Mwh.
Per via della chiusura dei gasdotti da parte dei russi e al fatto che vi siano intese precarie con gli altri Stati, non è semplice prevedere quanto consistente sarà il rincaro in futuro.
La crescita del costo dell’energia elettrica
Anche il costo dell’energia elettrica ha visto un vertiginoso rincaro in confronto al 2020 e ciò è chiaro da quanto mostra l’indicatore PUN, ossia il prezzo unico nazionale, che parla di un aumento pari a 10 volte. Nell’agosto 2020, il prezzo medio era di 40,32 euro/Mwh, mentre quest’anno ha addirittura oltrepassato picchi in cui costava 700 euro/Mwh, per un costo medio che si aggirava sui 543,15 euro/Mwh nell’agosto 2022.
L’Arera ha posto un blocco dell’aumento del +59% per l’energia elettrica usata da un nucleo familiare nel mercato tutelato. Il fatto è che i costi sono in continua ascesa e non si possono fare previsioni dettagliati per gli anni a venire.
La stufa in pellet come risparmio
Nel 2020 il costo per un sacchetto di pellet si attestava intorno ai 4,35 euro, mentre nell’ultimo anno ha toccato 12-13 euro. L’aumento c’è, ma va anche considerato rapportandolo ai costi di luce e metano. Anche se è cresciuto il prezzo, il pellet, in proporzione, il rincaro degli altri strumenti usati per riscaldarsi.
In base ai calcoli dell’ARERA, usare una stufa a pellet consentirebbe di risparmiare il 30% in confronto al metano. Il risparmio salta all’occhio ma bisogna pure considerare che i suddetti dati sono dell’agosto 2022, quando il pellet era fortemente penalizzato. Diversamente da altri combustibili, il pellet può essere comprato nella stagione calda, quando il suo costo scende, per fare stoccaggio. Quindi, il pellet conviene ancora, anche se meno in confronto al passato.