Il prezzo per la ristrutturazione di una casa è salito del 25% negli ultimi i tempi. Le cause sono molteplici e vanno indicate nell’abuso del Superbonus, nell’aumento dei costi dei materiali, della manodopera e dell’energia imposti dal mercato in questi ultimi mesi.
Nonostante l’importante finanziamento statale a cui è possibile accedere grazie al Superbonus, ristrutturare casa non è mai stato così dispendioso. Il fatto è dovuto in buona parte dall’aumento dei materiali che è arrivato a una media di +25,4% per singola abitazione.
E’ quanto si evince da uno studio Construction Cost Report redatto dallo Studio Gad in previsione dei costi per la realizzazione di un progetto immobiliare o ristrutturale che tiene conto delle varie voci di spesa che gli interessati devono affrontare per portare a termine i loro progetti edili.
Come detto sono i materiali a incidere maggiormente in questo aumento, per esempio il costo del cemento nel 2022 è aumentato del 59%, quello del bitume e dei laterizi del 20%, quello del vetro del 38%, quello dello manodopera del 5% (alluminio e rame sono invece scesi del 9% e del 4%). E poi c’è da considerare l’aumento dei trasporti che è arrivato tra il 15% e il 20%. Per fare un esempio la realizzazione di un ponteggio in Lombardia in sei mesi è passato, immaginando di lavorare su un’area di facciata standard da 100 metri quadrati, secondo il prezziario delle opere edili da 2400 a 3700 euro.
Inutile dire che il mercato ha subito inevitabilmente anche il riflesso della guerra in Ucraina e dell’aumento vertiginoso dei costi dell’energia, ma anche il Superbonus è in parte responsabile di questi aumenti essendo la domanda cresciuta sul mercato a causa dell’incredibile numero di lavori eseguiti o in progettazione nel nostro Paese e dal fatto che la contrattazione sui costi sia quasi esclusa.
Secondo Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) questo rischia di riflettersi negativamente anche sui progetti previsti per il Pnrr per la realizzazione, ammodernamento e ristrutturazione di edifici pubblici e monumenti storici. Ma c’è da tenere in considerazione anche la direttiva dell’Unione europea, di prossima approvazione, che prevede che tutte le abitazioni passino, entro il 2030, almeno alla classe energetica E che provocherà per il nostro Paese un costo gigantesco. In Italia infatti sono almeno 9,2 milioni (su 12 milioni) le abitazioni che necessiterebbero di intervento, ovvero il 70% del totale. Per un il salto di due classi può arrivare a costare fino a 600mila euro, immaginando quanti interventi del genere sarebbero necessari, il costo è davvero esorbitante.
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