L’inflazione divora i risparmi degli italiani: meno 20 miliardi in pochi mesi

L’inflazione divora i risparmi degli italiani: meno 20 miliardi in appena cinque mesi. E salgono al contempo le richieste di credito al consumo.

Con l’inflazione e il caro vita che continuano a crescere – e non soltanto a livello nazionale – , per le famiglie italiane, oggi come oggi, risparmiare diventa sempre più complesso e difficile. Sono tanti, infatti, i nuclei costretti in questo periodo (tra crisi energetica e scossone post-pandemia) a mettere mano ai loro risparmi: secondo un ultimo report di FABI, sono stati prelevati ben 20 miliardi negli ultimi mesi del 2022.

L’inflazione divora i risparmi degli italiani meno 20 miliardi in pochi mesi- 250123 nursenews.it
L’inflazione divora i risparmi degli italiani meno 20 miliardi in pochi mesi- 250123 nursenews.it

Ad essere maggiormente colpite sono soprattutto le famiglie a basso reddito, ma anche coloro che hanno un reddito fisso e non hanno modo di aumentare conseguentemente i loro salari di fronte a un caro vita che continua ad incrinare la stabilità economica di una buona fetta di popolazione italiana. Senza contare che, sempre a causa di un rincaro generale dei prezzi, ad aumentare è anche il costo annuo del conto corrente stesso – sebbene si assista al contempo anche a un lieve rialzo dei tassi di interesse.

Gli italiani costretti a metter mano ai risparmi, tutta colpa dell’inflazione

Tale preoccupante tendenza è stata rilevata attraverso un’indagine condotta da FABI (Federazione Autonoma Bancari Italiani). Come anche spiegato in un servizio andato in onda durante il telegiornale di La7, è calato il saldo complessivo dei depositi bancari nel 2022. Con l’inflazione che sta mettendo in crisi i bilanci delle famigli italiane, infatti, è alta la fetta di popolazione che per far fronte al caro vita è costretta ad usare i propri risparmi. E aumenta, al contempo, la richiesta di agevolazioni fiscali, oltre che quella di aumenti degli stipendi con i contratti collettivi scaduti.

L’anno appena finito si è concluso con dei livelli d’inflazione record, come si non si vedevano da anni. Con l’Istat che ha confermato un aumento generalizzato dei prezzi di circa l’8% (dovuto soprattutto dalla crisi energetica che sta flagellando i Paesi europei), la situazione è difficile in tutta l’Eurozona, colpita da un’inflazione del 9%. La Bce, fino a che non riuscirà a bloccare la salita dell’inflazione (con un 2% raggiunto probabilmente non prima del 2025), continuerà ad aumentare il costo del denaro, e ciò non fa che esacerbare la condizione già difficile delle fette meno abbienti della popolazione.

L’inflazione divora i risparmi degli italiani meno 20 miliardi in pochi mesi- 250123 nursenews.it
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Le famiglie dal reddito più basso sono infatti le realtà maggiormente coinvolte da questa situazione, costrette a spendere gran parte dei loro guadagni in bollette, tasse e beni di prima necessità. La stessa FABI, sempre nel suo ultimo report, ha rilevato come siano sempre di più le famiglie italiane che continuano ad indebitarsi. Aumenta il costo dei mutui, come come salgono anche le richieste di prestiti personali e il credito al consumo. Tutto questo, mentre inflazione e caro vita assottigliano i conti correnti degli italiani, obbligati ad intaccare i loro risparmi.

I dati offerti da FABI parlano chiaro: se infatti dal 2017 i conti correnti dei cittadini non hanno mai smesso di crescere, tenendo invece conto l’ultimo trimestre del 2022 ci si trova di fronte a un cambio di tendenza. A seguito infatti dei costanti aumenti, nel 2022 il saldo totale dei conti correnti delle famiglie è diminuito di quasi 20 miliardi di euro. Nello specifico, se si considera il trimestre agosto-novembre, si assiste a un calo di 18 miliardi.

A fine 2017 il saldo totale dei conti correnti degli italiani era pari a 967 miliardi; a fine 2018 si registravano invece 990 miliardi (con un aumento di ben +23 miliardi); a fine 2019 si contavano 1.044 miliardi (ovvero +54 miliardi rispetto all’anno precedente); a fine 2020 si parlava di 1.110 miliardi (+66 miliardi); a fine 2021, invece, a 1.144 miliardi (ovvero +34 miliardi). Dopo ben cinque anni di risparmi, ecco dunque un allarmante cambio di rotta: se infatti nei primi sette mesi del 2022 la liquidità accumulata ha toccato i 1.180 miliardi di euro (+ 0,9% rispetto al 2021), da agosto a novembre il saldo complessivo dei conti correnti è calato drasticamente, dai 1.178 miliardi di euro a luglio ai 1.159 miliardi di euro a fine novembre (-1,53%).

Secondo FABI, di fronte a un quadro del genere sono dunque necessarie da parte del governo delle riforme fiscali, che possano da un lato aumentare il reddito disponibile e dall’altro permenttere di rinnovare anche tutti quei contratti collettivi scaduti.

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