Ecco come funziona il riscatto della laurea a fini contributivi, e soprattutto come fare per richiederlo impostando correttamente la domanda.
Quando si conclude l’Università, oltre allo sbocco professionale, c’è un’altra importante opportunità fornita dagli studi. Gli anni della triennale, magistrale o specialistica possono essere considerati a scopo pensionistico.
Riscatto laurea: in che cosa consiste
Questa opportunità è il cosiddetto riscatto della laurea, ossia, come lo spiega meglio l’Inps, un particolare percorso burocratico che permette di dare valore, ai fini pensionistici, gli anni impiegati per portare a termine i propri studi universitari. Tale riscatto ha valore soltanto se la persona che lo richiede ha in effetti concluso il proprio iter, conseguendo la laurea o titolo equipollente.
Questo riscatto può essere esercitato da persone che non lavorano (inoccupati) e che al momento in cui fanno domanda non sono iscritti ad altre forme obbligatorie di previdenza sociale e che non abbiano messo su nessuna attività in Italia o all’estero.
Per ottenere il riscatto della laurea, i titoli di studio che servono sono i seguenti:
- diplomi universitari i cui corsi sono durati tra 2 e 6 anni
- diplomi specializzazione ottenuti dopo la laurea o alla fine di un altro corso equipollente che dura oltre 2 anni
- dottorati di ricerca
- laurea triennale e specialistica
- diplomi AFAM
A partire dal 12 luglio 1997 si può ottenere il riscatto della laurea o più lauree, anche per titoli conseguiti prima del 1997.
Riscatto laurea: quand’è che non vale
In base alla legge, ci sono anche delle situazioni che non consentono il riscatto della laurea a fini pensionistici e sono le seguenti:
- Non si può far valere il riscatto laurea per anni in cui si è finiti fuoricorso all’Università
- gli anni di studio universitario che avevano già copertura da contributi obbligatori o figurativi o da riscatto di qualunque regime di previdenza
Per quanto concerne gli iter di studi all’estero, secondo la legge del nostro Paese, «i titoli accademici conseguiti all’estero non hanno valore legale in Italia, salvo il caso di legge speciale o di accordi bilaterali», per cui il titolo di studio non è riscattabile. Diversa è invece una situazione in cui si è conseguita una laurea all’estero che è riconosciuta anche in Italia. In quel caso, è possibile fare richiesta per il riscatto della laurea.
Riscatto laurea: come fare domanda
La persona italiana laureata può chiedere il riscatto della laurea online, tramite un portale INPS apposito. Il versamento della quota prevista per legge per riscattare la laurea può essere eseguito attraverso Avviso di pagamento pago PA, sul sito INPS.
Una volta autorizzato l’addebito, l’ente manderà lettera per confermare la cosa con il mese in cui sarà attivato il servizio e le cifre inerenti le scadenze dell’anno. Durante il riscatto della laurea, è importante tenere aggiornato l’INPS tutte le volte che c’è un cambiamento di indirizzo o dati anagrafici di chi ne fa richiesta.
Costi
Quanto costa riscattare la laurea? Non c’è un’unica risposta a questa domanda, perché ogni ex studente dovrà pagare una cifra a seconda del suo iter. Comunque sia, l’Inps fornisce un simulatore per calcolare il costo del riscatto, la decorrenza della pensione e il benefit che riscattare la laurea apporta. Per il riscatto della laurea contributivo, l’onere è da computare a seconda della retribuzione degli ultimi 12 mesi e moltiplicare per l’aliquota che c’è al momento in cui si fa richiesta.
La persona, oltretutto, può chiedere il riscatto della laurea agevolato per periodi che si trovino nel meccanismo contributivo della pensione futura. Tale meccanismo, in sostanza, permette di fare a rate il costo del riscatto, cioè 120 rate, quindi in dieci anni.
In questo contesto, l’onere si stabilisce facendo riferimento al minimale degli artigiani e commercianti e l’aliquota di calcolo che vige nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti.