Ecco come stanno cambiando i prezzi della pasta nel nostro Paese, con quella di marca che ha già superato i 3 euro.
La pasta è uno dei cibi più amati e soprattutto più importanti nella tradizione della cucina italiana, un piatto che mette gioia a tavola e che è decisamente immancabile. Tutto questo ben di Dio riempie gli scaffali dei supermercati, ma come sono diversi ora i prezzi? Gli aumenti che stanno interessando il settore a causa dell’inflazione su materie prime e produzione, sono uno degli aspetti approfonditi da Il Salvagente, che ha fatto un sondaggio su 20 brand, soprattutto su pacchi di spaghetti da 1 kg.
L’analisi
Dopo una serie di analisi in laboratorio per cercare eventuali tracce di pesticidi e micotossine, lo studio ha messo a paragone i prezzi allo scaffale, senza sconti né promozioni, di 20 noti marchi, mettendoli a confronto con quelli rilevati nel 2020 in un’altra ricerca.
Tra i rincari più elevati ci sono etichette quali La Molisana, che in due anni hanno aumentato il valore del 70%. Ma anche marche private o discount, che pure hanno prezzi più bassi, hanno attuato degli aumenti del 30% in dodici mesi.
Quel che è venuto fuori è che il continuo crescere dell’inflazione e gli aumenti che nei mesi addietro hanno interessato carburante, luce e gas in particolare e altre cose, hanno colpito anche il settore alimentare, inclusa la pasta. Dati Ismea mostrano che i prezzi hanno visto un rincaro di quasi il 30% in dodici mesi.
Tuttavia, le previsioni buone per la maggior parte del 2023, anche l’inflazione andrà avanti ancora per qualche tempo.
Rincari: che cosa influisce
A influire sui rincari ci sono tutta una serie di aspetti: crisi dal punto di vista energetico, aumenta dei costi dei fertilizzanti, produzione grano duro in discesa in Canada. «Nella campagna 2021/22 il prezzo medio della granella di frumento duro ha raggiunto 473,18 euro a tonnellata, in aumento del 73,5% rispetto al 2020/21».
Due anni fa, prima dell’emergenza Covid e del conflitto, la quotazione media era tra 1270 e 300 euro per tonnellata. Ismea ha attestato che «nella media del periodo cumulato dei primi nove mesi dell’anno, i prezzi della pasta sono cresciuti del 21,9% rispetto all’analogo periodo 2021».
Il costo medio al chilo è passato da 1,42 di luglio 2021 a 1,84 euro del luglio 2022, con una tendenza ancora in aumento.
Basandosi sui dati Ismea, Il Salvagente ha fatto una panoramica dei prezzi attuali confrontati con quelli raccolti nell’ultimo test sugli spaghetti avvenuto nel dicembre di due anni fa, senza includere sconti o promozioni.
Iniziamo da una delle marche più note, ovvero Barilla: nel 2020, il pacco di spaghetti da 1 kg aveva un costo di 1,72 euro, mentre oggi costa 2.03. De Cecco aveva un costo di 2,70 e oggi ha un prezzo di 3,44 euro. Rummo, nel 2020, costava 2,12 euro, mentre adesso costa 3,10.
Ma il rincaro più elevato è quello de La Molisana: 1 kg di spaghetti da 1,80 di due anni fa costa 3,08 euro nel 2022.
Marche private e discount
Aumenti anche per gli spaghetti di discount e private label. Coop da 1,38 costa ora 1,84 euro al chilo, Esselunga da 1,09 costa 1,38 euro, Conad da 0,78 passa a 1,09 euro per due pacchi da 500 g. Gli spaghetti Lidl costavano 0,59 euro nel 2020, quest’anno 1,25. Eurospin da 0,65 a 1,25 euro.