Conti correnti: salgono gli interessi, ed è una buona notizia. Ecco i dati rilevati dalle analisi di Altroconsumo e di Associazione bancaria italiana.
Con l’inflazione e il caro vita che continuano a crescere – e non soltanto a livello nazionale – , per le famiglie italiane, oggi come oggi, risparmiare diventa sempre più complesso e difficile. Sono tanti, infatti, i nuclei costretti in questo periodo (tra crisi energetica e scossone post-pandemia) a mettere mano ai loro risparmi: secondo un ultimo report di FABI, sono stati prelevati ben 20 miliardi negli ultimi mesi del 2022.
Come se non bastasse, poi, ad aumentare è anche il costo annuo del conto corrente. A causa di un rincaro generale dei prezzi, infatti, basti pensare che la Bper ha inviato una lettera (datata 23 dicembre) ai suoi clienti spiegando che le condizioni del canone sul conto corrente di corrispondenza passano dagli iniziali zero euro “a 0,37 da primo marzo prossimo e a 4,37 euro dal primo maggio 2027”. Altroconsumo, insieme al Corriere della Sera, ha poi effettuato un’analisi tenendo conto delle banche principali. In media, da febbraio a settembre 2022 il costo dei conti correnti nel canale fisico è aumentato del 6,7% , passando da 136 a 145 euro all’anno.
In tutto questo clima di rincari e rialzi, però, ad aumentare sono anche gli interessi sui conti correnti. E questa, in realtà, è una buona notizia: ecco perché.
Conti correnti e aumento degli interessi, cosa ci aspetta
Secondo quanto spiegato dall’Associazione bancaria italiana, stiamo assistendo a un aumento dei tassi di interesse riconosciuti alla clientela sulle giacenze in conto corrente. Sebbene rimangano ancora a livelli piuttosto bassi (0,11% novembre, salito però dal 0,02% di agosto), l’associazione prevede che entro i prossimi messi si potrà assistere a un’accelerata. Le banche, in questo senso, si allineeranno alla politica della Bce, la stessa che a luglio ha disposto quattro interventi di rialzo dei tassi.
Le banche sono tutte in concorrenza fra loro Se le banche, “tutte in concorrenza tra loro”, dapprima erano bloccate dai tassi della Bce che erano a zero o negativi, ora si starebbero impegnando a “cercare di fare raccolta a medio e lungo termine”. Come spiega infatti Antonio Patuelli (presidente di ABI), se le banche cercano clienti, i tassi vantaggiosi sono senz’altro più attraenti per quelli nuovi. Ma dietro questo rialzo vi è anche un aumento costo sulle Tltro (ovvero le operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine), che “ha prodotto in tutta Europa l’anticipazione dei rimborsi da parte delle banche”. “Quindi la liquidità è oggi più ricercata sul mercato. Chiaro che è interesse delle banche avere raccolta a medio lungo termine”, sottolinea infatti Patuelli.
Attualmente, l’aumento degli interessi si assesta al 0,11% raggiunto a novembre 2022. Facendo qualche rapido calcolo, si vede come 10 mila euro rendono ora 11 euro lordi, ovvero 8,14 euro e 1,5 euro netti – senza l’imposta del 26%.
Questo, spiegano gli esperti, potrebbe anche essere un campanello d’allarme, che preannunci in qualche modo il ritorno delle remunerazioni sui conti correnti. In questo caso, ovviamente, ogni banca avrà modo di scegliere la propria strategia. Sempre secondo l’ABI si potrebbe verificare un innalzamento dei tassi delle giacenze a seguito degli interventi al rialzo della Bce – fatto che inciderebbe anche sulla competitività fra i vari gruppi. Anna Vizzari, economista senior di Altroconsumo, tiene però tutti con i piedi per terra: “Ben venga l’aumento delle retribuzioni sulle giacenza, ma non ci aspettiamo una rivoluzione immediata”.