L’intento dell’esecutivo Meloni entro la fine della legislatura è la flat tax per tutti, da attuare anche per i pensionati.
La flat dovrebbe essere destinata a tutti, pensionati compresi. Questo è l’intento del governo Meloni da portare a termine entro fine legislatura, con un primo passaggio che dovrebbe ridurre 3 aliquote Irpef, che si aspetta già in questo 2023, forse entro fine marzo.
Nei prossimi anni, tuttavia, il progetto è di scendere a una sola aliquota fiscale, giungendo dunque alla famosa flat tax di cui il centrodestra ha parlato molto nel tempo. L’idea, ergo, è quella di equiparare il regime fiscale attuato per pensionati, lavoratori autonomi e dipendenti, per cui oggi vigono notevoli diversità. Nonostante le aliquote Irpef siano uguali, le detrazione sono diverse e ciò va a cambiare il calcolo dell’imposta finale a seconda del genere di reddito.
Per vederci chiaro, basta osservare la no tax area, un importo entro cui le detrazioni cancellano l’imposta dovuta facendo in modo che la persona interessata non versi tasse sul reddito percepito: i pensionati 8.500 euro, i dipendenti 8.174 e gli autonomi 5.500 euro.
Il fatto che i pensionati abbiano una no tax area più elevata non deve ingannare, perché se si considerano le detrazioni riconosciute oltre questa soglia, sono i lavoratori dipendenti ad essere avvantaggiati. Ecco la ragione per cui, se mai dovesse essere applicata la flat tax per i pensionati, ne sarebbero avvantaggiati in confronto a oggi, perché avrebbero detrazioni più convenienti, e crescerebbe l’importo netto dell’assegno a parità di lordo.
Se la flat tax dovesse essere applicata anche per le pensioni, sull’importo percepito sarebbe attuata una sola aliquota fiscale. Tutto avrà a che fare con il provvedimento dell’aliquota unica, in quanto, per ora la Lega vorrebbe un 15%, Forza Italia un 23% per tutti. Secondo chi supporta la flat tax, i vantaggi di questo passaggio sarebbero i seguenti:
Ergo, in confronto a oggi, per le pensioni tutto questo costituirebbe tutt’altro passo, perché delle 4 aliquote Irpef ne resterebbe una sola, che potrebbe essere dal 15% al 23%, in base alle risorse disponibili. E qui c’è un’altra cosa di cui tener conto: tra i problemi della flat tax, c’è un minor gettito fiscale e quindi per il governo meno incasso.
Allo stesso modo, introducendo un’aliquota identica per tutti, si uniformerebbero anche le detrazioni sul reddito che oggi, come riporta Il Messaggero, avvantaggiano i lavoratori dipendenti.
Facciamo un esempio: grazie alle detrazioni, i lavoratori dipendenti che hanno un reddito sui 15 mila euro pagano solo 370 euro di tasse, mentre un pensionato con lo stesso reddito versa 1.913 euro.
Rivalutare le detrazioni e farle diventare uguali per tutti potrebbe essere un vantaggio per i pensionati, soprattutto coloro che hanno reddito tra 15 mila euro e 40 mila euro, se si decidesse di usare per tutti il modello che si usa per gli autonomi.
In questo caso le pensioni aumenterebbero parecchio, dato che, per fare un esempio, su una pensione di 25 mila euro, si andrebbero a risparmiare 1.292 euro l’anno, quindi 107 euro al mese.
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