Scenari poco rassicuranti in prospettiva pensione per le giovani generazioni. I calcoli del nuovo simulatore Inps sono da incubo.
Secondo le previsioni per i giovani l’uscita dal mercato del lavoro sarà sempre più lontana. Lo dice l’ultima versione del simulatore di pensione “Pensami – Pensione a misura”, lo strumento che permette ai cittadini di calcolare le proprie prospettive pensionistiche. In vista non ci sono buone notizie.
«Pensami – Pensione a misura». Così si chiama la nuova versione del simulatore di pensione attivo sul sito dell’Inps. Si tratta di uno strumento che permette a ogni cittadino di avere maggiori informazioni sulla propria pensione senza dover fare alcuna registrazione e inserendo una ridottissima quantità di dati.
La nota dell’Inps che annuncia la nuova versione del software spiega che col nuovo aggiornamento la procedura è stata ancor più semplificata. Adesso servirà inserire soltanto pochi dati anagrafici e contributivi. Sarà anche possibile selezionare eventuali istituti aggiuntivi che potrebbero permettere di anticipare la pensione. Ad esempio il riscatto degli anni universitari o periodi di lavoro all’estero.
Così facendo sarà possibile prendere visione dei possibili scenari pensionistici futuri, anche se non degli importi delle prestazioni. Presto il simulatore verrà aggiornato con le ultime novità normative prevista dalla manovra di Bilancio 2023. Una serie di video tutorial aiuterà l’utente a inserire correttamente i dati per avere una stima il più possibile realistica.
Presto sarà disponibile un’App
Ad ogni modo la nuova versione del software Pensami raggiungibile dal sito dell’Inps rappresenta soltanto il primo passo prima dell’uscita di un’App per dispositivi mobili che semplificherà ancora la visione. Adesso per accedere al software basta entrare nel sito inps.it e dalla homepage bisogna seguire questo percorso: Prestazioni e servizi” > «Servizi» > «PensAMI – Simulatore scenari pensionistici».
Le simulazioni degli scenari della popolazione più giovane non fanno emergere una prospettiva incoraggiante per i 25enni-30enni di oggi. Per loro le stime parlano di un’uscita dal mercato del lavoro a 70 anni di età. Particolarmente pesante la situazione nel caso dei venticinquenni che dovessero aver cominciato a lavorare da un anno: potranno andare in pensione anticipata, secondo il software, non prima di 70 anni e a 70 anni e 6 mesi per vecchiaia. A condizione però che abbiamo versato 46 anni e 4 mesi di contributi, nel primo caso, e 20 anni nel secondo. Se gli anni di contributi dovessero risultare meno di 20 la pensione non arriverà prima di aver compiuto 74 anni e 10 mesi.
Per i trentenni la situazione migliora appena di poco: un nato nel 1990 andrà in pensione di vecchiaia a 70 anni con 20 anni di contributi maturati. Potrà andare invece in pensione anticipata quando avrà versato 45 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
Un quarantenne che ha cominciato a lavorare nel 2010 (dunque a 28 anni) potrà andare in pensione a 66 anni e due mesi se ha versato almeno 20 anni di contributi e maturato un assegno almeno di 2,8 volte superiore al minimo. In caso contrario dovrà aspettare la pensione di vecchiaia, che non arriverà prima di aver compiuto 69 anni e due mesi.