Come prepararsi bene al colloquio di lavoro: quali sono le domande giuste da fare?

Il colloquio di lavoro: un momento che può risultate decisivo per la carriera professionale di un lavoratore.

Un crocevia o uno spartiacque durante il quale in genere si pensa più a come rispondere alle domande che non a farne. E invece è bene entrare nell’ottica di chi cerca di capire di più anche sull’azienda dove potrebbe andare a lavorare.

In genere infatti quando si avvicina il momento di un importante colloquio di lavoro ci si concentra sulle domande che ci si potrebbe sentir rivolgere dal responsabile incaricato di selezionare il personale. Domande abbastanza classiche come: «Perché si considera la persona giusta per fare questo lavoro/ricoprire questa posizione?». «Mi dice quali sono i suoi pregi e i suoi difetti?». «Se le chiedessi di pensarsi da qui a tre anni, come si vede?».

Però è bene prepararsi non solo a come rispondere alle domande ricevute durante il colloquio lavorativo, ma anche a farne. Porre domande potrebbe infatti aiutare a svolgere al meglio un colloquio di lavoro.

Fare domande: una opportunità per capire meglio con chi si ha a che fare

È assai più raro infatti pensare alle domande che potreste fare voi durante il colloquio. Bene, è un errore concentrarsi soltanto sulle risposte da dare e non, anche, sulle domande da fare. Lo fa osservare un articolo di Alison Green apparso su The Cut.

Fare domande dà l’opportunità anche a voi di raccogliere informazioni sull’azienda per cui vi siete candidati. Per capire qualcosa di più, per esempio, sul clima che regna sul posto di lavoro. O per capire come la società gestisce gli avanzamenti di carriera. O ancora, quali stili di leadership sono prevalenti all’interno dell’azienda.

Cosa è bene chiedere durante il colloqui di lavoro

Quindi, cosa è meglio chiedere? Che dobbiamo dire quando il responsabile della selezione del candidato più adatto a quella posizione lavorativa ci chiede, solitamente alla fine del colloquio: «C’è qualcosa che vorrebbe sapere?».  Sono almeno tre le aree principali individuate dall’articolo di The Cut per una potenziale domanda:

  • posizione lavorativa
  • azienda
  • processi di selezione

Nelle domande sulla posizione lavorativa possono rientrare quelle relative alle attività da svolgere praticamente durante le giornata lavorativa. «Potrebbe dirmi come si svolge concretamente una giornata di lavoro tipica?». Se l’intervistatore dovesse replicare rimanendo sul vago («Non saprei, ogni giornata è diversa dalle altre») si potrebbe rilanciare, è il suggerimento di Green, chiedendo magari di farsi raccontare cosa ha fatto durante l’ultima settimana la persona che attualmente ricopre quel ruolo.

Domande sull’azienda

Invece fare domande sull’azienda può aiutare a farsi un’idea più chiara sull’ambiente di lavoro. Green suggerisce domande sulla cultura dell’azienda o sul tipo di persone più apprezzate e capaci di crescere con più rapidità.

Un altro suggerimento è quello di approfondire gli aspetti percepiti da ognuno come significativi. Per alcuni può essere l’approccio aziendale allo smart working, per altri la frequenza del lavoro nel fine settimana o quella delle trasferte.

Fare domande sulla tempistica della selezione

Ci sono infine, last but not least, le domande sui passi successivi della selezione, i cosiddetti “next step”. In sostanza, si tratta di capire come procede il processo di selezione, in primo luogo la tempistica. Meglio informarsi subito per sapere se si tratta di un processo lungo per non allarmarsi inutilmente se non si ricevono notizie per le due settimane successive.

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