Il gas scende e l’economia italiana va meglio del previsto

La nostra economia sta andando meglio di quanto si prevedeva. A reggere l’andamento è il prezzo del gas

Le cose stanno andando meglio del previsto per quel che riguarda l’economia italiana. E a supportarne l’andamento è il costo del gas, che è in calo da più di un anno, nonché il fatto che il potere d’acquisto delle famiglie regga.

prezzo gas-nursenews.it
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Il trend

Questa tendenza è confermata dal recupero in Borsa. Di negativo ci sono gli aumenti dei tassi di interesse: nel mese di novembre il prezzo del credito ha proseguito nella sua scalata in modo vertiginoso giungendo al 3,37 per le pmi e al 2,67 per le grandi imprese. Si tratta di un sovraccarico di prezzi che toglie risorse destinate a investimenti e consumi, che risentono già della forte inflazione, che pur essendo in discesa è comunque elevata: nel mese di dicembre 11,6 mentre a novembre 11,8, di più per i nuclei familiari che hanno meno risorse.

Se l’industria è in discesa, al momento reddito e consumi stanno tenendo bene, così come il mercato del lavoro con +50 mila occupati da settembre a novembre. È quanto venuto fuori da una ricerca del Centro Studi di Confindustria.

Il prezzo del gas in calo

Da notare, in positivo, è l’andamento del costo del gas, che da inizio 2023 è in netto calo, ossia 65euro/mwh nel mese di gennaio, mediamente, dai 114 del dicembre 2022. Un calo agevolato da stock europei di gas ancora elevati, un clima non troppo freddo e il freno ai consumi.

Stessa cosa accade col petrolio, 80 dollari a barile, mentre a dicembre 2022 erano 81. Rincaro invece, spiega il centro studi Confindustria, per le tariffe non energy, +1,6% a novembre-dicembre. Ma non è tutto, perché continua a scendere la produzione industriale, che nei mesi di settembre e ottobre era a -1,8 e -1,1 e a novembre -0,3.

Tiene anche la manifattura con +0,1%, ma c’è parecchia eterogeneità nei settori. Scende la fiducia delle imprese il PMI è in una leggera contrazione. Il settore costruzione vive un momento di impasse, con il quarto trimestre cominciato non bene, -0,5 la produzione ottobre-novembre, e si prevede che l’impasse continuerà.

Stabilità nei servizi, col turismo che rimane sopra i livelli prima dell’emergenza Covid, a +3,5 e il commercio al dettaglio che a novembre ha visto una crescita a +0,4. C’è anche una riduzione nel numero delle persone senza lavoro, -26mila negli ultimi due mesi, e un costante calo delle persone inattive.

Export

Nel mese di novembre, per il settore export c’è stato un rimbalzo, con +3,8 a seguito di un -1,5, per via delle maxi vendite dei cantieri navali. A trainare sono gli Stati extracomunitari quali Usa e Turchia. Basse vendite in Cina, Russia in difficoltà.

Se si amplia il raggio e si dà uno sguardo all’Eurozona, la situazione sembra essere più positiva, come spiega Confindustria: l’inflazione scende a 9,6 a dicembre, sentiment in crescita, a 95,8. Rimbalzo, inoltre, nelle produzioni industriali che supera le previsioni. con +1,0 nel mese di novembre.

Purtroppo, però, l’incertezza che proviene dai tassi fa restare in allerta, per la paura di una moderata recessione. Per quel che concerne gli Stati Uniti, c’è un mix di segnali. Pil che va oltre le previsioni nel terzo trimestre, a +0,8, ma scendono gli investimenti, a -0,9. E ancora, la produzione industriale Usa è di -0,7. Se si dà uno sguardo alla Cina, di cui il Centro Studi di Confindustria ha fotografato la situazione, ci sono diverse ombre in merito allo sviluppo, che per il 2023 dovrebbe arrivare al 4,5.

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Noi italiani abbiamo una quota export pari a 2,9 che è inferiore a quella di Germania (7,6) e Francia (4,8). C’è tuttavia da dire che se l’Italia riuscisse ad arrivare ai livelli della Francia, sarebbe dunque possibile ottenere ben 10 miliardi in più di export.

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