Pensioni, cosa potrebbe accadere con la nuova riforma

Inizia oggi, 19 gennaio, il tavolo di confronto tra Esecutivo e sindacati per dare il via alla riforma pensioni. Cosa potrebbe cambiare

Come ha fatto presente la ministra del Lavoro, Marina Calderone, dando risposte in commissione Lavoro del Senato sulla linea che intende tenere il proprio dicastero, lo scopo è quello di mettere in campo un confronto “ampio e articolato”, con la partecipazione di tutti gli attori sociali e delle istituzioni, in modo da creare una riforma condivisa da tutti.

pensioni-nursenews.it
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Obiettivi

In realtà, sembra che gli obiettivi dei sindacati non siano distanti da quelli dell’esecutivo, ossia superare la legge Fornero, assicurando maggiore flessibilità al meccanismo. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, che in una recente intervista ha garantito che lo scopo è permettere a chi ha tanti anni di lavoro di andare in pensione prima rispetto a quanto prevede la legge di 12 anni fa.

Il problema da bypassare, in sostanza, per superare la legge Fornero, è quello di introdurre norme certe per il pensionamento. Dunque questo è un primo obiettivo da raggiungere, e a tal proposito, il ministro ha detto che «c’è la consapevolezza di dover mettere fine a quella stagione, non più breve, di interventi che vengono fatti ogni anno in finanziaria per evitare lo scalone della legge Fornero e individuare forme di uscita anticipata».

Questa riforma dovrebbe interessare maggiormente la questione della pensione anticipata, diminuendo il requisito contributivo.

Quota 41

Una misura che spunta ogni volta che si parla di pensioni è quota 41. Un tipo di provvedimento che era un po’ nei progetti del governo M5s-Lega, che dopo una fase in Quota 100 aveva ipotizzato di dare a tutti l’opportunità di andare in pensione con 41 anni di contributi, e questo a prescindere dall’età.

A seguito della crisi Covid e l’amministrazione Draghi, questo piano non è mai stato realizzato. Ora che però, la Lega è nell’esecutivo, potrebbe essere presa in considerazione. Tuttavia, per una questione legata ai costi, quest’anno non è stato possibile estenderla, ma il proposito è di farlo entro fine legislatura.

E quindi sarà un argomento che verrà messo sul tavolo, durante l’incontro odierno. Perché proprio Quota 41? Perché è una misura che darebbe l’opportunità di andare in pensione a prescindere dall’età dopo aver compiuto 41 anni di contributi.

È già possibile oggi usarla, ma solo se si è maturato 12 mesi di contributi prima di aver compiuto 19 anni, oppure essere parte di una categoria fragile, come disoccupati, invalidi al 74%, caregiver ecc.

Si intende dunque togliere questi requisiti e dare la possibilità a ogni lavoratore di andare in pensione con 41 anni di contributi.

Per superare la legge Fornero le alternative sono modificare la pensione in anticipo o quella di vecchiaia, e il problema è che entrambe, per una questione di costi, sono impossibili. Forse la cosa più conveniente tra le due è quella di cambiare la pensione anticipata, perché ritoccare quella di vecchiaia costituirebbe un maggiore onere, in quanto ridurre l’accesso da 67 a 62 anni costerebbe oltre il doppio rispetto a quella anticipata che avrebbe subito un costo di 4 o 5 miliardi, per salire a 9 miliardi negli anni successivi.

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