Quali sono i requisiti per aprire uno studio professionale a casa? Che cosa bisogna fare per esercitare la professione nella propria abitazione? Ecco come e cosa fare
Decidere di aprire uno studio professionale a casa può essere una scelta comoda oppure scaturita dalla volontà di risparmiare non pagando un affitto o magari comprando dei locali in cui svolgere la propria attività. A seconda della professione svolta, gli adempimenti sono diversi.
Cosa tenere in considerazione
Nel caso in cui si abiti in un edificio, sarà necessario leggere le normative condominiali prima di poter aprire un’attività professionale. Generalmente, è concesso svolgere la propria attività in una casa privata, ma gli adempimenti, come detto, saranno diversi a seconda del luogo in cui si è posizionati nonché del mestiere svolto.
Come spiegato, di solito si può aprire uno studio in casa ma ci sono degli aspetti da prendere in considerazione, ossia se si tratta di un ufficio aperto al pubblico oppure no, se bisogna apportare delle modifiche a livello di struttura a seconda della professione che si esercita e se si lavora in un appartamento sito in un condominio.
Chi lavora da casa e la sua attività non ha bisogno di modifiche strutturali, come ad esempio un giornalista o un blogger, che non ricevono clienti in loco, non hanno bisogno di apportare modifiche perché non è un luogo aperto al pubblico. Le cose, tuttavia, si complicano se invece si svolgono professioni che richiedono modifiche alla struttura.
Ci sono infatti professioni che anche se non ricevono clienti, devono attenersi ad alcuni requisiti per mettere a norma il loro studio. Se poi si intende aprire lo studio al pubblico, come ad esempio il caso di uno studio medico, le norme stabiliscono che si apportino modifiche alla destinazione d’uso.
Coloro che optano per aprire il proprio studio in casa, devono consultare con grande attenzione le norme condominiali, perché in taluni casi il regolamento non permette di modificare la destinazione d’uso degli spazi, bloccando quindi l’aperto dello stesso studio professionale.
A quel punto, bisognerà chiedere il permesso al condominio per aprirlo.
Cambiare destinazione d’uso
I professionisti che vogliono esercitare la professione nella loro abitazione, e tramutare parte della casa in uno studio, devono apportare modifiche alla destinazione d’uso. Quindi, questa da residenziale si trasformerà in direzionale. In questo caso i passi da seguire sono i seguenti. Innanzitutto, è importante frazionare le unità. Questo perché una casa non può avere più di una destinazione d’uso allo stesso tempo, e se si vuole vivere nello stesso luogo in cui si ha lo studio bisogna che parte dell’abitazione resti residenziale.
Ma non è tutto, perché per ottenere il cambio di destinazione d’uso, è necessario che sia previsto sia dal piano regolatore del Comune, sia dal condominio. Sarà necessario in alcuni casi mandare la Dia al Comune e la Scia.
Nel momento in cui si modifica la destinazione d’uso ci sarà pure il cambio di Tasi, Tari, Imu. Si può anche decidere di lavorare in una casa in affitto, sempre che ciò sia consentito dal condominio, dal padrone dell’immobile e che i locali abbiano la destinazione d’uso adeguata.