Sono previste sanzioni molto pesanti per quei gestori che non segnaleranno il prezzo medio dei carburanti. E i gestori non ci stanno.
Le multe previste nel caso in cui i gestori delle pompe di benzina non esibiranno il prezzo medio dei carburanti sono molto salate. Si parla infatti di sanzioni fino a 6 mila euro e, nel caso in cui la cosa dovesse ripetersi, esercizio commerciale sospeso fino a tre mesi.
I gestori delle pompe di benzina insorgono, definendo la cosa “inaccettabile”. «Così ricade ancora una volta tutto su di noi, come se fossimo i colpevoli degli aumenti dei prezzi, non ci stiamo», commentano ancora. Il giorno seguente la pubblicazione del decreto carburanti in Gazzetta Ufficiale, e a meno di due giorni dal tavolo dell’esecutivo che si terrà domani, 17 gennaio, lo sciopero dei benzinai previsto per il 25 e 26 gennaio 2023, su strade e autostrade, è quasi certo.
In mattinata, le associazioni dei gestori rappresentanti 22.500 impianti di servizio avranno un tavolo in cui esprimeranno il proprio voto per dire sì alla protesta annunciata già settimana scorsa contro quella che hanno definito una “ondata di fango”, poi bloccata dopo la prima riunione a Palazzo Chigi. «Andiamo avanti: dal decreto ci aspettavamo delle aperture che non ci sono state e sanzioni così alte per una misura che non serve a nulla, sono inaccettabili», il loro commento in proposito.
Le critiche più forti relative a questo provvedimento sono in particolare quelle rivolte alla sanzione che prevede la sospensione dell’attività in caso di terza recidiva, misura che per i benzinai corre il rischio di tramutarsi in una chiusura definitiva e rischia di porli in una posizione di difficoltà con le aziende con cui hanno stipulato i contratti di fornitura.
Il primo tavolo avuto lo scorso venerdì con l’esecutivo aveva portato a uno stop dello sciopero in attesa che fosse pubblicato il decreto carburanti che, a detta dei gestori avrebbe dovuto comprendere multe solo i 4 mila irregolari che non espongono i prezzi e non hanno rispetto per le norme vigenti. Ma le cose non sono andate così e questo ha creato delusione.
Bruno Bearzi della Figisc non ha nascosto la propria delusione per quelle parti del dl che a sua detta, proseguono nell’«individuare nei gestori i responsabili delle storture del sistema attribuendoci ulteriori oneri e soprattutto ulteriori pesanti sanzioni, per questo è molto probabile che si vada verso la conferma dello sciopero».
E ancora, Bearzi ha anche sottolineato che sono stati ascoltati in merito alla media dei prezzi basata su un calcolo a livello regionale, e in merito alle comunicazioni giornaliere. I tempi per adeguarsi sono un massimo di 30 giorni, e questo è un altro punto su cui i gestori non nascondono la loro preoccupazione.
Per il momento il governo ha confermato l’incontro di domani, 17 gennaio, con le associazioni di categoria in quello che è il primo tavolo permanente per rimettere in sesto il settore, comprendendo anche, come ha precisato il ministro delle Imprese Adolfo Urso, «dove si verificano fenomeni di speculazione, lì c’è molto da fare», ha poi chiosato il ministro.
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